Fiero, indomito e imponente, avvicinarsi a lui voleva dire patire dolori e ammaccamenti il giorno seguente. Veniva considerato la "macchina tritatutto" della squadra, atleta dotato di coraggio e forte senso della strategia, resistente e soprattutto generoso come non mai. Eccelleva nei calci di rigore, che calciava con una precisione quasi scientifica.
Il suo modo di giocare era molto particolare. Le doti tecniche, di per sé evidenti, erano comunque messe in ombra da un'aggressività e una tenacia soverchianti, al punto che Bachmann ebbe da dire "Di me dicevano che giocavo da scarpone, non è vero, ero soprattutto un atleta. Gli avversari avevano paura ad affrontarmi. Avevo un forte tiro, specie col sinistro. Giocavo bene anche di testa".
Con il Toro Pico totalizzò 166 presenze e sedici reti, fino al 1924, anno in cui decise di ritirarsi. La sua figura è ancora oggi rilevante e rispettata sia dai fan più integerrimi che da coloro che si affacciano ora alla splendida storia della nostra squadra.
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
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