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"Pelé era Pelé, Maradona uno e basta, Di Stefano era un pozzo di astuzia. Onore e gloria a coloro che hanno fatto splendere il sole del nostro calcio", canta Serrat nel medesimo brano. L'attaccante argentino fece la fortuna del Real Madrid degli anni Cinquanta e Sessanta: segnò 216 goal in 282 partite, mise in bacheca otto titoli di Spagna, cinque Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Alla notizia del possibile passaggio al Toro del campione, la "Nuova Stampa Sera" riservava un trafiletto in quarta pagina: era un mondo diverso, più serio e meno fracassone. I granata stavano preparandosi al futuro e lo stavano facendo in modo lungimirante, integrando alla più grande squadra i migliori talenti del mondo. Pensate a Kubala, a Di Stefano, a Fadini . E a Operto, scomparso a ventidue anni. E a Maroso, che di anni ne aveva solo ventitré ed era detto "Il Cit", ma che aveva già vinto quattro scudetti e giocava in Nazionale. E a tutti gli altri elementi del meccanismo perfetto ideato da Ferruccio Novo, prodigio che sembrava destinato a perpetuarsi
Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
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