Per l'appunto, Baroni. Il presidente granata ha cambiato, per la seconda estate di fila, la guida tecnica sulla panchina del Toro. Ora Baroni, a cui il presidente anche in questo intervento ha dato fiducia: "L'abbiamo seguito negli anni precedenti, a Lecce e Verona, e poi ovviamente alla Lazio. Ha fatto un ottimo campionato: vedendo le cose che ha fatto e come ha lavorato con i giovani, oltre al gioco che offre, molto propositivo, ci è piaciuto. Quando si è liberato dalla Lazio, improvvisamente e anche in maniera inattesa a fine maggio, l'abbiamo contattato per avere un incontro. Le buone impressioni sono state confermate dagli incontri personali avuti con lui, e a quel punto abbiamo deciso di puntare su Baroni. È stato un lavoro fatto con attenzione negli anni precedenti: uno segue più tecnici, immaginando un futuro... Noi abbiamo tenuto Juric per tre anni, ma lui pensava di andare via e in effetti non abbiamo rinnovato, poi abbiamo preso Vanoli e ora Baroni, che seguivamo anche da prima". Il presidente, rimasto tra i pochi italiani alla guida di un club in Serie A, ha anche dichiarato di non aver contattato un altro collega di categoria: Lotito. "Baroni stava lasciando la Lazio, avrei potuto trovarlo non disposto bene. Chi lo sa" ha dichiarato il numero uno granata, che sollecitato dagli speaker in onda ha confermato di essere estremamente legato ad un suo ex allenatore: "Ovviamente, Giampiero Ventura: abbiamo fatto anni molto positivi, dalla Serie B al settimo posto in Serie A, poi facemmo anche bene in Europa con gli ottavi di finale di Europa League. Siamo stati la prima squadra a espugnare il San Mames di Bilbao: abbiamo fatto cinque anni molto belli, e con lui si è sviluppato un rapporto personale molto buono. Sono il suo testimone di nozze". Tra gli altri citati da Cairo anche De Biasi, suo primo allenatore come presidente, Mihajlovic, Mazzarri e anche Juric. Il presidente ha sfruttato l'occasione di esprimere un suo punto di vista riguardo alla solidità del Torino: "Da Ventura in poi, io ho tenuto gli allenatori per un numero di anni importante. Cinque anni Ventura, tre anni Juric, due anni Mazzarri: ho dato supporto e tempo ai miei allenatori. Prima ero più ballerino, poi ho capito che era importante sceglierlo bene e sostenerlo".
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Cairo e l'Europa: "Meglio non scoprire le carte"
Ciò che chiedono da tempo i tifosi è un obiettivo europeo, che nei vent'anni di Cairo si è visto soltanto per due piccoli episodi. A riguardo, però, il presidente granata non ha voluto scoprirsi: "La cosa importante è lavorare per ottenere dei risultati, però secondo me nel calcio è meglio evitare di fare dichiarazioni roboanti o voli pindarici. Noi, avendo fatto investimenti importanti, vogliamo fare meglio dell'anno scorso e di quelli precedenti. Poi, scaramanticamente, oggi non stiamo a dire qualcosa di più. Vediamo come va, e a quel punto potremo essere più espliciti e scoprire le carte". Interrogato sugli obiettivi, il presidente granata ha dichiarato di non voler fare paragoni con altre squadre - come proposto, riguardo ad Atalanta e Bologna, dagli speaker di TMW -. Cairo ha, però, espresso una propria consapevolezza riguardo alle necessità che derivano dal grande nome della squadra di cui è alla guida: "Dobbiamo essere consci delle cose che possiamo fare e della storia che ha il Torino, anche se la storia è cambiata e il calcio non ha più gli equilibri economici dei tempi del Grande Torino o del Toro degli anni '60. Non citiamo una squadra o l'altra, dobbiamo fare la corsa su noi stessi e cercare di migliorare quello che facciamo".
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