tor toro Cairo: “Per i tifosi ero un santo. Ancora tanti sono dalla mia parte”

Le Voci

Cairo: “Per i tifosi ero un santo. Ancora tanti sono dalla mia parte”

Redazione Toro News

Non solo Toro (poi ci ritorna) ma anche attualità e amicizie. Il presidente del Torino è stato interrogato su una sua ipotetica amicizia con Conte, ma ha smentito: "Lo conosco molto bene, lui è molto amico di Gianluca Petrachi che è stato mio direttore sportivo per dieci anni. Non ho una frequentazione abituale o altro, non lo sento da un po' . Nel suo anno sabbatico, vivendo a Torino, è venuto spesso a vedere il Toro e a volte, scherzando, mi chiedeva i biglietti dicendo che portava fortuna". Ma Cairo ha avuto modo di parlare anche di attualità, sia calcistica che non. Extra-calcio, il patron granata ha dichiarato di essere preoccupato per la guerra, con le situazioni in Ucraina e a Gaza, mentre riguardo all'Italia per la natalità, per le poche nascite: "Dobbiamo intervenire velocemente, cercando di invertire la rotta e di aiutare le famiglie, con aiuti. Oggi non è un tema considerato all'attenzione di tutti, ma dovrebbe esserlo: secondo alcuni studi, tra qualche anno il nostro fatturato crollerà proprio per questo". Tornando al calcio, invece, Cairo ha voluto lanciare un appello riguardo ai diritti tv internazionali, per il quale l'Italia si trova estremamente indietro rispetto a Inghilterra e Germania, riguardo agli stadi, per il quale si può fare di più e più velocemente, e da ultimo riguardo ai giovani: "Il terzo tema è legato ai giovani, ai vivai e ai centri federali per coltivare i talenti. Ovviamente a tal fine dobbiamo avere anche delle regole affinché i giovani giochino, ma dobbiamo impegnarci tutti. Noi abbiamo lanciato sei giovani in prima squadra nella scorsa stagione, ma questo deve essere uno sforzo condiviso da tutto il movimento, anche per la Nazionale".

Cairo sul Toro: "Non ho ricevuto offerte, ma non voglio rimanere a vita al Torino"

"Io non ho ricevuto offerte al momento" ha ribadito Cairo. "Non ho fretta di vendere perché ritengo di poter dare ancora qualcosa, ma se arriva qualcuno con risorse importanti e voglia di fare bene, posso anche cedere il Torino. Non faccio fatica a ripeterlo, ma per ora non ho ricevuto offerte da parte di soggetti di questo tipo. Se arriveranno, si valuterà. Non voglio rimanere a vita al Torino a tutti i costi, nel caso dirò che ho fatto il mio" ha spiegato Cairo. L'intervista al numero uno granata ai microfoni di TMW Radio è terminata con un piccolo resoconto su passato e futuro: "Rimpianti? "Io sono uno che generalmente non si guarda tanto indietro. Preferisco guardare avanti, se uno guarda troppo indietro e vive di rimpianti, perde energia. La gioia più grande? Beh, la promozione in Serie A nel 2006, dopo pochi mesi dal mio arrivo e con una squadra che sembrava un'armata brancaleone a inizio campionato. Poi il percorso europeo, il San Mamés, ho tante gioie che mi legano al Toro. Un sogno? Ho avuto dei sogni straordinari, che sembravano impossibili e ho realizzato. Ho preso il Corriere della Sera nove anni fa, lo sognavo dieci anni prima e sembrava impossibile. Ho sogni anche nel calcio, anche con il Toro. Però i sogni che hai non devi dirli, se vuoi realizzarli". Da ultimo, a Cairo è stato chiesto se vuole lanciare un appello ai tifosi, ma la sua risposta è stata lapidaria: "Nessun appello ai tifosi, lo dobbiamo fare sul campo. Se saranno felici ci applaudiranno".