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58 anni dopo, oggi e per sempre la Farfalla Granata: Meroni simbolo del Toro
58 anni senza Gigi Meroni, senza il suo funambolismo, senza il suo estro e senza la sensibilità rara di un personaggio unico. Molto più di un calciatore meraviglioso, capace di pennellare, non solo con i suoi piedi dolci, traiettorie e dribbling ubriacanti, dotato di un talento artistico che si rifletteva dentro e fuori dal campo. Senza alcun dubbio un precursore. Un protagonista scomodo, in anni di profondi mutamenti di costume, e al tempo stesso capace di far innamorare un intero popolo, che ancora oggi lo ricorda con affetto.
Un calciatore, ma anche una tradizione orale e scritta, raccontata con la reverenza e il rispetto che si devono a chi, come anni prima era accaduto a Superga, aveva lasciato troppo presto la vita terrena per tramutarsi in mito. Appena 24 anni di vita, ma già un’ampia eredità biografica. Una sceneggiatura giunta al culmine nella peggiore costruzione scenica possibile: l’investimento nella notte di Corso Re Umberto. Era il 15 ottobre 1967, e quella rimane una ricorrenza vivida.
Proprio nel luogo in cui si spense la giovane vita di Meroni, alle 11 in Corso Re Umberto, di fronte al civico 46, si terrà la cerimonia in ricordo della “Farfalla granata”, con la benedizione di Don Riccardo Robella. Parteciperanno il Circolo Soci – organizzatore dell’evento insieme al Torino Football Club – ex calciatori granata e alcuni membri dell’attuale dirigenza. Oggi e per sempre, la Farfalla Granata.
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