Pensate già alla prossima stagione? "Non penso al futuro. Il mio futuro è domani, è una partita importante e il pubblico sta rispondendo in maniera fantastica. Non c’è solo la classifica, ci sono le ambizioni personali e poi non bisogna tradire il pubblico. Le motivazioni ci sono sempre; io le avrò sempre, da qui fino alla fine. Non devo fare nessun casting, se sono finali c’è la possibilità di dimostrare il proprio valore".
Prepartita
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Quando la squadra subisce gol, ha sempre risposto. Come è riuscito a cambiare la mentalità della squadra?“Col lavoro. Ho sempre detto che non bastano le qualità tecniche. Il sacrificio e il lavoro vengono sempre ripagati. Questo dice il mio percorso. In tutte le squadre in cui sono stato e in quelle in cui andrò sarà sempre una mia prerogativa, perché credo molto nel lavoro e nei sacrifici. Inoltre, se non capisci cosa è la fatica in allenamento, non la riconosci in partita e non sai reagire. Ecco perché parlo sempre di reazione. Una reazione che può venire attraverso un cambio modulo, ma la cosa principale è che tutti siamo coinvolti, tutti vogliamo dare una mano al compagno. La stessa cosa deve succedere in allenamento. La reazione che abbiamo avuto a Roma ci dice che siamo squadra. Sapete che ho sempre difeso a spada tratta Karamoh, arrabbiandomi anche con la gente quando aveva ricevuto critiche dopo aver sbagliato due passaggi con l’Empoli. Ho sempre detto che è stato importante per noi nel momento più buio. Penso anche a Gineitis, ma pure a Dembelè. Ho detto a questi ragazzi che a volte basta poco per cambiare l’inerzia nell’arco di una stagione. Anche a Sanabria ho sempre detto quanto è importante. Sta facendo bene in Nazionale, ma pure con noi, perché contro la Lazio è entrato bene. Poi io sono stato giocatore e so che non è sempre facile entrare dalla panchina e incidere, però bisogna provarci”.
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