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- Redazione TORO NEWS
La pausa per le nazionali concede un po' di tregua e riposo al Torino. L'inizio di campionato è stato incerto, con la debalce a San Siro contro l'Inter e il pareggio a reti bianche contro la Fiorentina. Merito di un grande De Gea, specie in due situazioni, ma la squadra non ha sfondato. Da cosa ripartire?
La Gazzetta dello Sport fa il punto della situazione per quanto riguarda gli esterni difensivi del 4-3-3 di Marco Baroni. Pedersen e Biraghi sono i titolari, a loro il mister chiede di spingere costantemente in proiezione offensiva, ma allo stesso tempo gradisce la pulizia in fase difensiva. "La partita di domenica 31 agosto contro la Fiorentina ha dimostrato come il tecnico stia seguendo la stessa traccia pure sulla panchina del Torino, e c’è quindi da aspettarsi che domenica 14 all’Olimpico di Roma, contro i giallorossi di Gasperini, Baroni insisterà ancora su questo aspetto del gioco. Il lavoro richiede tempo, allenamento, sincronismi, ma l’impronta c’è. Baroni vuole due terzini capaci di spingere fino in fondo alla loro fascia per crossare, e che allo stesso tempo svolgano i loro compiti di copertura".
Tuttosport si sofferma su due aspetti: Anjorin e Lazaro. Il centrocampista ex Empoli sta trovando la forma migliore per farsi trovare pronto quando Baroni lo lancerà in campo. "Non è ancora al top e i tifosi lo hanno intuito sin dal primo allenamento, quando tra Filadelfia e ritiro l’inglese lavorava spesso a parte, seguendo una precisa tabella. Tutto concordato dall’inizio perché su Anjorin lo staff ha elaborato un piano di recupero volto a portare il calciatore a ritrovare la condizione senza forzare troppo". L'esterno austriaco al momento è un dilemma. Con Vanoli era titolare nel 4-2-3-1, con Baroni ha perso il posto a causa del cambio di modulo e per le alternativa a disposizione del tecnico. "Una sfida interna che tiene banco già dal ritiro: ma se il norvegese ha potuto già da Prato allo Stelvio lavorare nella sua posizione ideale, provando a convincere l’allenatore, Lazaro si è ritrovato anche a fare da jolly in un momento in cui il mercato non aveva ancora consegnato a Baroni i giocatori da inserire nello scacchiere".
Tra i pochi punti fermi del Torino c'è sicuramente Nikola Vlasic, come sottolineato dalla Stampa. Il croato è il leader tecnico della squadra, oltre che ad essere l'unico giocatore ad aver segnato in questo avvio stagionale. "Toro del passato e quello che sta nascendo nelle prove al Filadelfia: il punto fermo del progetto di Baroni che finora non si è discostato dai suoi predecessori, ma adesso ha l’obiettivo di far diventare il croato anche decisivo, oltre che imprescindibile. Vlasic, d’altronde, è partito bene: non si era mai presentato così pronto all’inizio di una stagione".
La distanza geografica non influisce però sui legami di fratellanza. Lo sanno bene Torino e River Plate. Il sindaco del capoluogo piemontese Stefano Lo Russo ha celebrato l'amicizia tra i "Milionarios" e i granata allo stadio Monumental di Buenos Aires, in occasione dell'evento che ricordato "l'eterna amistad" che unisce i due club.
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