La disfatta del Torino contro il Como porta con sé tante riflessioni, in primis legate agli incubi del blackout mentale che dopo Inter e Atalanta il Toro pensava di aver scacciato - e invece non è così - ma inevitabilmente legate anche ai singoli: contro i lariani Baroni è stato costretto a schierare alcune seconde linee, che non hanno, però, performato, facendo sentire - e non poco - la mancanza dei titolari. Così, come riporta La Stampa, il rientro di Ché Adams è fondamentale. La punta scozzese ha smaltito la gastroenterite che lo aveva tenuto fuori dai giochi lunedì e nella giornata di ieri, mercoledì 26 novembre, è tornato ad allenarsi in gruppo. Una notizia estremamente positiva che nella scorsa stagione è arrivato a Torino in punta di piedi ma che oggi - a maggior ragione dopo l'infortunio del "Cholito" - è veramente fondamentale.

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Il Toro ha bisogno di Adams e Coco, ma da gennaio… I temi granata sui giornali
Cambiando zona del campo, un altro rientro che sembra provvidenziale è quello di Saul Coco. Nella gara del 24 novembre, a causa di un problema al tendine dell'equatoguineano, titolare è stato schierato Masina, che non ha performato al meglio, per usare un eufemismo. Una partita decisamente insufficiente per l'italo-marocchino, che - come sottolinea La Gazzetta dello Sport - fa risaltare ulteriormente l'importanza del rientro in gruppo di Saul Coco, previsto nell'allenamento di questa mattina - mentre ieri si è allenato a parte insieme a Ilic e Ismajli. Mentre si aspettano novità da questi ultimi due - anche se si procede con maggiore cautela - l'equatoguineano può tornare a fare il proprio ruolo da giocatore infaticabile e sempre titolare: Coco, prima del Como, era l'unico giocatore granata ad aver partecipato a tutte le partite con 90'. Partito da centrale, e spostatosi a braccetto, nella gara contro i lariani si è sentita la sua mancanza: Coco è pronto a rientrare, e menomale.
A proposito di rientri importanti, non si può non citare - e lo fa l'edizione di Torino del Corriere della Sera - il rientro di don Riccardo Robella. "È stata stimata in 180 giorni la prognosi di don Riccardo Robella", scrive il quotidiano. "Il parroco di Leini e cappellano del Toro è stato svegliato dai medici e resterà ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Cto ancora per alcuni giorni. Il 53enne era stato coinvolto in un brutto incidente stradale nella notte tra il 6 e il 7 novembre sull’autostrada Torino-Savona, all’altezza di Carmagnola. L’auto che guidava era stata tamponata mentre rientrava da un incontro con il Toro Club Mondovì", conclude. Buone notizie anche su questo fronte, con la guarigione di don Robella che fa sorridere il Mondo Toro.
Avvicinandoci a gennaio, gli occhi non possono che iniziare a guardare alla finestra di mercato. Il Torino è la peggiore difesa del campionato: proprio in questa zona del campo il club granata potrà pensare di investire. Come riporta il solito Nicolò Schira sulle pagine di Tuttosport, il Toro ha mostrato particolare interesse nel profilo di Daniele Ghilardi. Nella scorsa stagione si è messo in mostra con la maglia dell'Hellas Verona, attirando le attenzioni della Roma che l'ha acquistato in prestito oneroso da 1 milione e obbligo di riscatto da 8. Tuttavia, il centrale difensivo in giallorosso non ha trovato spazio: tra Serie A ed Europa League soltanto 6 minuti giocati, scanditi in due partite, contro Parma e Udinese. Un minutaggio bassissimo, motivo per il quale il giocatore sta già cercando una soluzione per gennaio. L'ideale sarebbe un prestito semestrale, così da poter giocare e rilanciarsi. Si è affacciata l'Atalanta, il difensore piace a Palladino che lo voleva già a Firenze. Tuttavia, la coperta sufficientemente lunga in difesa dei bergamaschi non assicura a Ghilardi un certo minutaggio. Cosa che invece succederebbe a Torino: per questo "la soluzione Toro sembra la più interessante. Tanto che il dt granata Davide Vagnati ha già sondato il terreno con l’entourage del difensore capitanato da Michelangelo Minieri", come riporta il quotidiano.
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