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L'edizione odierna de La Gazzetta dello sport dedica un approfondimento alla difesa del Torino e in particolare a Guillermo Maripan. Il difensore centrale cileno nel match contro la Fiorentina ha dimostrato grande solidità ed è il perno dell'intera difesa granata. In particolare, il quotidiano si concentra sul ruolo di collante di Maripan all'interno della difesa granata in attesa del nuovo arrivato Nkounkou e del ritorno di Ismajli dall'infortunio: "Crescere, trovare il giusto atteggiamento, diventare squadra. Parole che Marco Baroni aveva ripetuto come un mantra la scorsa settimana dopo il rovescio di San Siro alla prima di campionato, e che ha ribadito a caldo anche domenica sera nel commento al pareggio con la Fiorentina, per sottolineare come quei pensieri avessero assunto concretezza, come davvero la partita appena finita avesse mostrato un gruppo che ha voglia di progredire insieme. Dietro, poi, ha avuto un impatto il ritorno da titolare di Guillermo Maripan. Il difensore centrale cileno, in panchina nell’esordio in Coppa Italia contro il Modena e a San Siro contro i nerazzurri, ha riproposto il piglio che aveva mostrato nelle migliori uscite della scorsa stagione. Nel girone di ritorno, Maripan era diventato il vero leader del reparto, dettando i tempi e i movimenti della linea, andando per primo a chiudere dove era necessario, mostrando una “garra” molto vicina a ciò che i tifosi si aspettano da un difensore del Torino".
Invece, l'edizione odierna di La Stampa si apre con un'intervista a Domenico «Mecu» Beccaria, consigliere della Fondazione Filadelfia e presidente del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata (che da tanti anni è ospitato a Grugliasco presso Villa Claretta-Assandri): "Urbano Cairo ha detto di avere come obiettivo quello di riportare il museo granata a casa al Filadelfia? Sono rimasto senza parole, non mi aspettavo un’uscita del genere perché non l’ho mai sentito pronunciarsi su tale possibilità in tutti questi anni, anzi. E' venuto nel dicembre 2010, c’era Lerda in panchina. Doveva venire con la squadra, invece si è presentato due settimane dopo, pagando il biglietto: 5 euro. Poi ci sono stati contatti indiretti anche se infruttuosi. Nuovo museo in mano ai tifosi? Ormai abbiamo un’esperienza ventennale, ma non sarebbe sensato. Potremmo essere la base di partenza per il nuovo museo, poi sarebbe normale e giusto coinvolgere il club. Bisogna pensare ad una gestione congiunta, ma adesso è troppo presto. Vediamo cosa succede il 16 e poi ne riparliamo".
Infine, l'edizione odierna di Tuttosport, oltre a soffermarsi sulle strutture del club granata (sullo stadio e il museo del Torino), dedica un focus alla formazione a disposizione di Marco Baroni e sulla gestione del mercato condotta da Vagnati negli ultimi anni: "Nessuno speaker ha mai dovuto annunciare la formazione che abbiamo schierato nel campetto qui a fianco. E meno male, aggiungiamo. Come ogni società, anche il Torino nelle varie sessioni di mercato ha investito parte del proprio budget in scommesse, calciatori semisconosciuti che si sperava potessero esplodere e diventare elementi importanti per l’allenatore di turno (o ricche plusvalenze per le casse societarie), ma i fatti dicono che da quando Vagnati è stato assunto come direttore dell’area tecnica (era la primavera del 2020) le scommesse sono state spesso perse. I principali flop, li abbiamo schierati in campo in un ipotetico 4-2-3-1". Inoltre, il quotidiano dedica un piccolo approfondimento anche a Per Schuurs: "Tra i calciatori arrivati al Torino negli ultimi 5 anni, ce ne sono poi alcuni che hanno certamente reso (forse anche al di sopra di quelle che erano le aspettative originarie), anche se non si possono considerare delle scommesse. È il caso per esempio di Raoul Bellanova e Samuele Ricci, giocatori presi rispettivamente da Cagliari e Empoli (il terzino l’anno prima era in prestito all’Inter) e con alle spalle anche diverse partite in Serie A, oltre che nelle nazionali giovanili. Un altro colpo azzeccato è stato quello di Perr Schuurs, arrivato dall’Ajax nel 2022 per 9,4 milioni più bonus e il cui valore di mercato, prima dell’infortunio, era lievitato fino a 40 milioni. «Perr è il mio miglior acquisto al Torino», lo ha definito Davide Vagnati. E considerando quanto dimostrato dal centrale nella sua prima stagione in granata, non si può certo dare torto al dt".
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