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Le tre sentenze di Torino-Como 1-5: granata fuori dalla gara, lampo di Vlasic

Piero Coletta
Cosa ci lascia la gara tra piemontesi e lombardi

TRE SENTENZE

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Chiudere il capitolo Como, voltare la pagina e riscrivere una nuova e positiva pagina. L'obiettivo in casa Torino deve essere solo ed esclusivamente questo nella prossima gara di Serie A, che vedrà la truppa di Baroni affrontare il Lecce. Il match contro i comaschi però lascia tanti, tantissimi dubbi e addirittura va ad aprirne altri. A partire dalla tenuta mentale della squadra, totalmente inadeguata per una squadra che avrebbe come ambizione quella dell'Europa. Non è da meno anche il capitolo dei cambi, fumosi e per niente utili a rianimare la gara di un Torino con l'encefalogramma piatto nel secondo tempo. L'unica luce di una serata da dimenticare sotto tutti i punti di vista è Vlasic: il croato ha ritrovato la rete, anche se su rigore. Ecco le tre sentenze che ci ha lasciato Torino-Como 1-5.

TENUTA MENTALE NON ALL'ALTEZZA

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Assieme all'Inter si tratta della seconda goleada subita in quattro mesi per il Torino. L'unica differenza tra le due gare è che i granata in questa avevano trovato anche un barlume a cui aggrapparsi. E nonostante una rete siglata a fine primo tempo, cosa che di solito porta la squadra ad iniziare la seconda frazione di gioco con un altro spirito, i piemontesi si sono sciolti. Altro che sangue freddo, è mancata proprio la fame di andare a aggredire in quella che doveva essere la fase migliore della partita per la truppa di Baroni. E infatti al 51' il Como ha raddoppiato con Addai e da lì il Torino è uscito completamente dalla sfida, senza mai creare nemmeno i presupposti per cercare di rientrare in gara. Per una squadra che fa del "cuore Toro" il proprio motto l'assenza di mentalità è un aspetto grave.

CAMBI CHE NON ALTERANO LA SITUAZIONE

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Altro aspetto fortemente negativo della disfatta contro il Como è stato l'ingresso dei giocatori in campo. Baroni aveva adoperato dei cambi con un'impronta molto improntata all'attacco. Dentro Nkounkou per spingere sulla fascia, spazio anche ad Anjorin a centrocampo e poi Abouklhal per portare vivacità in avanti. E nonostante dei cambi fortemente offensivi la proposta di gioco dei piemontesi non ha avuto sussulti o rianimazioni. I tre giocatori erano entrati soprattutto quando la gara poteva ancora essere riacciuffata in qualche modo. Anche Njie e Gineitis, che sono entrati a risultato praticamente acquisito per il Como, non hanno dato segnali di vita. Deciso passi indietro, specie quando nelle ultime uscite i cambi dalla panchina avevano portato qualcosa al Torino.

VLASIC, L'UNICA LUCE

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Il dieci torna a segnare su rigore, ma per il giocatore si tratta di una rete comunque importante. L'ultima firma di Vlasic risale addirittura alla gara d'esordio contro il Modena in Coppa Italia, arrivata dopo pochi secondi dall'inizio della seconda frazione di gioco. Iniezione di fiducia per il croato, che nel primo tempo è stato sicuramente uno dei più positivi. Poi la freddezza sul calcio di rigore. Cala alla distanza, anche lui fagocitato dalla pochezza di un Torino surclassato sotto ogni punto di vista dal Como. C'è un dato: quello di Vlasic è il primo gol siglato da un centrocampista del Torino in Serie A in questa prima parte di gara. L'altra rete è stata quella di Casadei, che però aveva segnato contro il Pisa in Coppa Italia.