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tor tn radio Bava a TN Radio: “Torino? Dieci anni bellissimi. Ecco la verità su Lucca e Kean”

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Bava a TN Radio: “Torino? Dieci anni bellissimi. Ecco la verità su Lucca e Kean”

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Massimo Bava si è raccontato nell'episodio numero 238 di TN Radio, podcast di Toro News in onda tutti i martedì alle 21:15
Davide Bonsignore Redattore 

Dieci anni al Torino, 210 giocatori diventati professionisti, tanti giovani e un anno in prima squadra. Massimo Bava, oggi al Catanzaro, è rimasto estremamente legato al Torino. L'ex direttore sportivo granata si è raccontato - tra la sua carriera, il suo passato in granata e il suo presente in Calabria - nell'ultima puntata di TN Radio, la numero 238. Un ringraziamento speciale a Massimo Bava per essere stato ospite in diretta nella puntata di martedì sera. Di seguito alcuni estratti dall'episodio, che potete riguardare in versione integrale dal link in fondo all'articolo.

Bava a TN Radio, l'amore per il Torino: “Sono stati dieci anni bellissimi”

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Cosa significa il Torino per lei?“Io sono nato e cresciuto a Torino. Il mio campo di casa era il Robaldo, quando giocavo da piccolo nell’Union Sport. Quando mi chiamò il dottor Cairo nel 2011 a fare il colloquio per me era incredibile. Da direttore generale in C, alcuni vostri colleghi (giornalisti, ndr.) mi dicevano ‘Cosa vai a fare al Torino?’. Andai perché per me era una cosa importante, ci tenevo. Feci un colloquio di 3 ore con il dottor Cairo. Poi, a fine anno, quando vincemmo la C2 per andare in C1, dovevo liberarmi dal Cuneo e lì ci fu un accordo tra Cairo e il presidente del Cuneo Marco Rosso, che mi liberò e mi fece andare al Torino. Da lì iniziò la mia avventura di dieci anni al Torino. Ma io ho fatto una gavetta dall’Eccellenza alla Serie C in cui ho imparato a fare le liste trasferimenti da solo, il marketing, la logistica: tutto quello che poteva esserci in una società. Ho fatto tanto, tanti errori e tante cose positive. Aver vinto tanti campionati, non so se per fortuna o bravura, mi ha permesso di arrivare al Torino. E per me il Torino è stato un punto d’arrivo importante: per me sono stati dieci anni bellissimi. È stata un’esperienza bellissima per cui devo dire grazie al Torino, ai tifosi del Toro, perché oggi ancora mi fa piacere ricevere apprezzamenti ed essere ricordato. Poi c’è chi ricorda male e chi ricorda bene, è normale”.

Si percepisce l’emozione quando ne parla…“Io arrivai il primo luglio 2012, il terzo giorno di luglio venne nel mio ufficio Don Aldo Rabino e mi disse ‘Arrivi con tutto l’entusiasmo di chi ha portato delle vittorie ad altre società, un uomo vincente che ha portato dei risultati. Ma devi rispettare due cose: i principi e i valori del Torino Calcio’. E per me quelle due frasi sono state fondamentali. I principi e i valori del Torino: la cultura di quella tragedia, la storia, il Filadelfia. Per me sono state parole importanti. Due giorni dopo me lo disse anche Antonio Comi. Mi disse ‘Massimo, fai tutte le scelte del caso però usa sempre i principi e i valori che ci sono al Torino’. Io essendo nato e cresciuto a cento metri dal Filadelfia sapevo cosa volevano dire quelle frasi”.  

Emozioni, ma anche risultati…“Noi al Torino in dieci anni siamo stati un gruppo di lavoro importante. A partire dalla prima squadra, io con Petrachi ho avuto per nove anni un rapporto bellissimo, devo dirgli grazie. Quando sui giovani lo chiamavano diceva ‘Parlate con Massimo Bava perché è come parlare con me’. Chapeau a Petrachi. Se sono diventati professionisti 210 giocatori, è perché lui si fidava di quello che facevo”.

Bava a TN Radio, la costruzione del Robaldo: “Sono fiero, ricordo ancora quel giorno…”

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Che soddisfazione le dà vedere che finalmente il Robaldo sta diventando realtà?“Io sono fiero, sono contento. Non sono ancora passato ma ci devo passare. Il 2 febbraio alle 14:30 purtroppo è morta mia mamma, alle 20:30 del 2 Febbraio 2016 ero negli uffici del dottor Cairo dove lui firmava la richiesta di concessione del Robaldo. Sapete cosa ha detto mio padre alle 17:30 mentre facevamo tutto quello c'era da fare? ‘Vai perché mamma ci teneva molto al Robaldo’. Perché io sono nato e cresciuto nella zona Mirafiori. Per cui io alle 20:30 ero dal presidente, che mi abbracciò, mi fece le condoglianze e da lì siamo partiti. Io andavo in comune con i faldoni perché io e l'architetto Giovanni Roluti siamo partiti dal 2016 con tutti gli ok dal presidente. Sapete quando ho ricevuto sulla mia mail il permesso di costruzione? Il primo luglio 2021, alle 11:37. Io a mezzogiorno parlavo con il dottor Cairo ed ero fuori dal Torino. Però la soddisfazione di quei 5 anni, unitamente all'architetto Roluti, unitamente a Comi che ci ha dato una mano, a Barile che ci ha dato una mano, al dottor Boccone - il direttore amministrativo del Torino – io e questi 4/5 personaggi abbiamo fatto sì che il Robaldo oggi potesse avere una concessione importante”.

Bava a TN Radio, il racconto sui singoli: "La verità su Lucca e Kean"

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Alcuni giocatori potevano fare di più, vengono in mente i vari Millico, Edera, Barreca, Aramu, Parigini. Cosa è mancato in quei casi?“Lì a volte possono mancare tutti. Si può scaricare la colpa sul direttore, però questi procuratori, questi genitori, le persone che gestiscono questi ragazzi devono essere bravi nella loro gestione. Perché le generazioni sono cambiate e secondo me c’è sempre difficoltà. Non bisogna mai esaltarli più di tanto. Quando fanno bene devi far capire loro che quando vanno a giocare con gli adulti cambia. Mi ricorderò sempre Cucchietti, Auriletto e un terzo che erano andati alla Reggina in C. Mi hanno telefonato ‘Direttore ma qui si prendono gli schiaffi’. E certo, perché quando esci dai Primavera devi svegliarti un attimino. Non vi dimenticate che Buongiorno il primo anno andò a Carpi e il secondo a Trapani. Buongiorno i primi anni giocava quarto di sinistra basso, andò a Carpi, faticò e a Trapani diventò giocatore. A volte sono i percorsi ad essere sbagliati, poi a volte il giocatore che esce dice ‘No, io in C non vado’. Invece c’è da andare a conquistare. Ci sono alcuni che escono dalla Beretti, vanno magari in D e poi van su. Poi, invece, c’è chi esplode subito. Tutti ci aspettavamo – inutile girarci intorno - di più da Millico. Tutti, me compreso. Da Edera anche. Cambia la gestione. Gli errori li facciamo tutti. La cosa principale sta ai ragazzi e ai genitori. Buongiorno era facilissimo da aiutare, perché con dei genitori splendidi e l’intelligenza che ha c’era poco da creare. Si è fidato del percorso del Torino e ha fatto un percorso molto valido”.

Quali sono i rammarichi che ha di giocatori diventati forti che lei è andato vicino a prendere ma poi non p riuscito?“Caprile dal fallimento del Chievo l’avevamo già preso. Mancava un dettaglio, poi non siamo riusciti a chiuderlo ma lo stavamo per prendere da svincolato. Un altro è Zaniolo. L’avevano svincolato e a me era piaciuto, ma il suo carattere ha fatto il resto. Mi dissero ‘Lascia stare’, voi sapete le vicissitudini che ha avuto. Purtroppo, mi fidai di una persona che mi parlò male di tutto il suo entourage e invece quando si ha una sensazione bisogna seguirla”.

Anche Lucca è un ex giocatore del Torino. Com’è andata nel suo caso?“Lucca non è mai stato scartato dal Torino, gli feci io un contratto di due anni, insieme agli altri collaboratori e con l’accordo del presidente. L’errore è stato non fargli l’opzione, ma lui a giugno di quell’anno si sarebbe svincolato. Ma nessuno l’ha scartato. Ci sono delle situazioni di calciomercato che a volte si verificano in positivo e a volte in negativo. Anche Belotti e Nkoulou sono andati via a 0, vuol dire che ci sono alcuni giocatori che non rinnovano il contratto e vanno via a 0”.  

Bava

Riguardo a Kean invece?“Io arrivo al Torino il primo luglio 2012, Moise Kean doveva presentarsi il 3 luglio da Silvano Benedetti a firmare. I 2000 allora avevano il vincolo di un anno, per cui lui era svincolato. Lui e la mamma avevano detto che sarebbero venuti al Toro a firmare. Non si presentò mai. Silvano lo aspettava e lui dopo 3 giorni ha firmato alla Juve. Non è colpa di nessuno. La famiglia aveva scelto ma non si presentò. Questa è la verità”.

Bava a TN Radio, ds in prima squadra: "Il coronamento della mia carriera"

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Abbiamo parlato tanto di giovani ma lei è stato anche ds della prima squadra. Come ricorda quel periodo?“È stato il coronamento della mia carriera. Io ho giocato al massimo in Serie D, al Nizza Millefonti e al Bra. Per cui, non essendo stato giocatore di Serie A era veramente difficile arrivare a fare il direttore. Il dottor Cairo mi premiò e quel giorno me lo ricorderò sempre. Passeggiavamo a Milano, mi aveva fatto dire tutti i miei successi e mi disse ‘Per quello che hai fatto te lo meriti’. Mi emozionò tantissimo, un grande obiettivo da raggiungere. Purtroppo, sono successe tante cose. Se col senno di poi ho sbagliato oppure ho fatto bene ad accettare, questo non lo so. Nella vita ci sono stati alcuni momenti bellissimi, io ringrazierò sempre il Torino, i tifosi e tutti perché sono stati dieci anni fantastici. Poi quell’anno lì è successo di tutto, tra l’Europa, Verdi, Mazzarri. Io l’unica cosa che ho chiesto al presidente in quel momento è stato di prendere Moreno Longo. Anche perché io ho avuto l’onore, e ringrazio il presidente che mi ci ha messo, di fare il direttore in Serie A con Sirigu, Ansaldi, De Silvestri, Izzo, Nkoulou, Baselli, Belotti, Iago Falque, Simone Zaza... Per me che arrivavo dall’Eccellenza è stato coronare il sogno della mia vita. Mi è andata male. Anche perché è arrivato il covid. Poi riguardo alle scelte, giuste o sbagliate, del dottor Cairo non entro nel merito perché ognuno fa le sue scelte. Io ho detto che avrei fatto dieci anni al Torino e così è stato. L’ultimo un po’ così, però per me il Torino è stato un momento di vita”.

Per l’intervista completa, andate a guardare l’ultimo episodio di TN Radio!