Parlando di un ex Verona attualmente in forza al Toro, che ricordo ha di Ilic? Si aspettava questa involuzione? "Argomento complesso, la domanda è appropriata: Ilic è uno di quei talenti di cui si può discutere a lungo senza arrivare ad una risposta. Arrivò a Verona nei campionati segnati dalla pandemia, fu una scelta valutata insieme tra Juric e Tony D'Amico, allora ds dell'Hellas, ora all'Atalanta. Doveva essere il futuro della regia e della conduzione tecnica dell'Hellas, perché all'epoca c'era Miguel Veloso che volgeva verso la chiusura della propria attività professionistica. Ilic allora aveva 19 anni ed era un talento straordinario. Però da lì ha avuto una crescita sempre difficoltosa, al Torino l'ha voluto fortemente Ivan Juric e Urbano Cairo ha speso molto per accontentare il suo allenatore di allora. Al momento sembra anche finito ai margini del progetto Toro, non ha inciso come ci si aspettava. Cos'è mancato va chiesto a lui, a chi l'ha allenato e alla dirigenza che l'ha seguito. Aveva un grande potenziale, solo che gli anni passano e passa anche questo potenziale nel frattempo".
All'andata il Torino, ancora forte di Zapata, ha vinto 2 a 3 a Verona. Che partita si aspetta rispetto a quella gara? "Credo che l'atteggiamento del Verona sarà attendista, come ho detto. Questo non vuol dire che staranno tutti dietro, è una squadra che comunque fa dell'aggressività uno strumento. Però concede il possesso palla, si compatta. Sono passati diversi mesi, era un Torino diverso, incentrato su Duvan. Nel frattempo è stato bravo Vanoli ad intervenire e sistemare la situazione. Anche il Verona è cambiato per necessità. Sono due squadre diverse. Però mi sento di poter dire che entrambe hanno ricostruito un'identità che ha portato esito favorevole per il Torino - sicuramente con il rammarico che potesse essere una stagione migliore con Zapata - mentre per il Verona con la capacità di aver compreso fin dove poteva arrivare. Sono quasi dei tragitti opposti, che hanno portato il Torino a fare, per me, una buona annata - che poteva anche essere di più - e per il Verona, invece, può essere che ci fosse la convinzione di potersela giocare in maniera più spumeggiante e invece si è compreso che non era tempo per le bollicine e invece di prendersi qualcosa di più pratico e muoversi di conseguenza. Sarà una partita interessante con due allenatori che hanno idee. Paolo Vanoli per altro ha lasciato all'Hellas dei bei ricordi di quando correva sulla fascia sinistra. Poi lui è un veronese acquisito, perché poi la sua vita l'ha condotta tanto qui a Verona anche a livello familiare. Questa partita ci potrà dire di questi progetti per queste squadre che hanno variato le linee iniziali per diverse ragioni e che hanno però dato complessivamente delle risposte favorevoli".
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