Ultima giornata di campionato che vede contrapporsi, nel contesto dello stadio Olimpico Grande Torino, i granata di Vanoli - che con la sconfitta a Lecce hanno visto sfumare il decimo posto e possono solo difendere l'undicesimo dall'Udinese, a pari punti - e i giallorossi di Ranieri, in piena corsa Champions, a un solo punto dalla Juventus quarta. Analizziamo i punti di debolezza e di forza e in generale la situazione della Roma grazie a chi la segue ogni giorno da vicino. Si tratta di Gianluca Guarnieri, corrispondente per Radio Sportiva al seguito della Roma, intervistato nel corso dell'ultima puntata di TN Radio, podcast settimanale in onda ogni martedì sera: lo ringraziamo per averci introdotto la gara dal punto di vista dei giallorossi.


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TN Radio, Guarnieri (RadioSportiva): “Vanja a Roma? Potrebbe essere un obiettivo”
Buonasera Gianluca, come arriva la Roma all’ultima di campionato? “La cavalcata con Ranieri verso la Champions è stata insperata. Quando ha rilevato Juric a novembre, il 13, la Roma era in piena zona retrocessione. Se avessero detto all’epoca che la Roma all’ultima giornata avrebbe avuto ancora una chance per qualificarsi in Champions League, l’avremmo preso per pazzo. Però Ranieri ha fatto un autentico miracolo, in stile Leicester 2016 o addirittura quando nel 2009/10 sfiorò lo scudetto con la Roma nella sua prima avventura giallorossa in concorrenza con l’Inter di Mourinho. Ha fatto lo stesso tipo di percorso: una grande rimonta. Stavolta forse ancora più complicata, perché la Roma era veramente in zona pericolosissima a novembre. Poi una cavalcata straordinaria che da metà dicembre, dopo la sconfitta con il Como, ha portato 19 risultati utili consecutivi, bloccata dalla discussa partita di Bergamo. Però poi la vittoria contro il Milan ha fatto capire che la squadra c’è ancora, ha recuperato anche giocatori importanti – Saelemaekers, Paredes, che era stato accantonato da Ranieri nelle ultime partite – e ha ancora chance importanti per la Champions. Non sarà semplice ma l’ambiente è sereno, in attesa poi di conoscere chi sarà il successore di Claudio Ranieri, che proprio domenica sera ha salutato lo stadio Olimpico e la tifoseria giallorossa per la sua ultima partita in casa da allenatore”.
L’unica certezza del Torino per il prossimo anno è la permanenza di Vanoli, mentre per la Roma è la mancanza di Ranieri. C’è ottimismo per il futuro? “Si crea una sorta di limbo. Ranieri sarebbe stato molto gradito alla piazza e alla famiglia Friedkin, che ha cercato in ogni modo di rinnovarlo. Lui non ha voluto, ha considerato la sua esperienza da allenatore conclusa, come aveva già fatto a Cagliari. È tornato proprio per il rapporto speciale con la squadra giallorossa. C’è adesso il dubbio di sapere chi possa essere il successore. C’è stata una grossa voce su Espirito Santo, che sta facendo così bene al Nottingham Forest. È chiaro che sono ancora voci. Quest’anno è stata una telenovela: tanti nomi si sono avvicinati alla panchina giallorossa e poi si sono allontanati. C’era stato un forte avvicinamento di Gasperini, ma non è assolutamente gradito dalla tifoseria. C’è un’antipatia ormai da anni e non lo vedono assolutamente come possibile erede di Ranieri. Si era parlato di Allegri, di Pioli, di Sarri, nonostante avesse un recente passato laziale, però Espirito Santo potrebbe essere un nome interessante, anche se chiaramente le cifre della Premier sono sempre cifre importanti. Una scommessa? Fino a qualche tempo fa Sarri. Era stata la prima scelta prima dell’innamoramento dei Friedkin per Mourinho. Sembra in seconda fila ma potrebbe riemergere a sorpresa. È un allenatore che crea gioco e secondo me il pubblico dimenticherebbe anche la sua fase laziale”.
La differenza vera la faranno le motivazioni…ma cosa deve temere il Toro a livello tecnico-tattico? “La Roma ha la motivazione del possibile approdo in Europa, se poi ci fosse il miracolo di scavalcare la Juventus sarebbe incredibile. È una squadra che con Ranieri ha tirato fuori le sue reali possibilità, una solidità, prende pochi gol…nonostante la perdita pesantissima di Dybala. Ha trovato la ri-esplosione di Soulé, che inizialmente non era riuscito ad esprimersi ai livelli del Frosinone. Lo stesso Ranieri ci ha messo del suo, prima con Paredes e Hummels nella prima parte della sua gestione, poi ha scoperto Celik difensore centrale e il turco ha fatto bene e infine Manu Koné, che riesce a fare tutte le fasi, addirittura come playmaker davanti alla difesa, riproponendo poi Cristante che sta facendo molto bene. È una squadra che ha sicuramente ancora fame e grinta, vuole andare in Europa e salutare Ranieri nel modo più opportuno…e magari alcuni giocatori cercheranno di mantenere il posto per la prossima stagione perché è chiaro che ci saranno movimenti di mercato”.
Se il Toro volesse mettere i bastoni tra le ruote in mezzo a questa grande cavalcata della Roma, quali sarebbero i punti deboli su cui Vanoli potrebbe puntare? “A volte la Roma soffre un po’ sulle ripartenze. Il contropiede è stata una delle cose da limare della stagione. Qualche volta sulle palle alte, su calcio d’angolo, ha sofferto un pochino. Ha trovato, c’è da dire, un portiere veramente forte come Svilar, che sta facendo benissimo. Su di lui ci sono gli occhi di tanti grossi club internazionali: le due squadre di Manchester, il Chelsea, il Bayern Monaco. Si parla di una possibilità importante di conferma: è in scadenza nel 2027 ma la Roma vorrebbe prolungarlo almeno fino al 2030. È un portiere che, secondo me, se fosse messo sul mercato, potrebbe far racimolare molti soldi alla società, considerando le squadre che lo cercano. Però i tifosi non gradirebbero sicuramente la sua partenza”.
Dovbyk recupera? “Ha avuto un problema muscolare e qualche dubbio c’è. Potrebbe ripartire Shomurodov dal primo minuto con Soulé al fianco. Ci sono anche altre opzioni però Ranieri vede El Shaarawy e Baldanzi come elementi da inserire a gara in corso. Dovrebbe affidarsi ancora una volta al 3-5-2 con Soulé e Shomurodov in attacco”.
Il Toro ha trovato la chiave della stagione nel cambio modulo. Per la Roma? “Il problema si è originato a settembre, con l’esonero di De Rossi, confermato per tre anni e poi esonerato dopo tre pareggi, quando c’era tutto il tempo per risistemare la stagione. L’arrivo di Juric che contemporaneamente è arrivato e poi fu mandata via anche la CEO Lina Souloukou. Probabilmente Juric, che poi ha fatto anche bene proprio al Toro, non si è riuscito a rapportare bene con la squadra anche per le sue idee tattiche. Le cose erano partite male dubito: dopo la vittoria con l’Udinese e il pareggio ai gironi con il Bilbao, poi la squadra ha cominciato a giocare male. L’arrivo di Ranieri ha ricompattato il gruppo, ha rimesso le cose nella maniera più logica possibile. Lui inserì subito due uomini d’esperienza come Hummels e Paredes, due campioni del mondo, per dare una capacità di leadership alla squadra. Poi ha trovato degli automatismi con le giocate di Dybala, Saelemaekers, qualche gol di Dovbyk, Koné…ha ritrovato solidità. Poi è andata sull’entusiasmo, perché hanno ritrovato sicurezza in sé stessi. La rosa non era così catastrofica. Poi la partenza di Ranieri ha rasserenato e caricato tutto l’ambiente. A livello psicologico fu il derby del 5 gennaio vinto 2-0: c’era una Lazio lanciatissima, in piena zona Champions, e una Roma ancora traballante. Quella vittoria ha cambiato le cose e ha dato la sicurezza alla squadra per far bene nel resto della stagione”.
Ci hai parlato della situazione di Svilar: se dovesse partire, Milinkovic-Savic potrebbe essere un sostituto? “È un ottimo portiere che ha fatto bene, è cresciuto molto…con un gran fisico. È uno di quei portieri che quando è in giornata sembra insuperabile. Potrebbe essere, in caso di partenza di Svilar, un possibile obiettivo, sicuramente”.
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