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Adams, doppia vita tra Scozia e Torino: leader in Nazionale, riserva in granata

Andrea Croveri
Trascina la Nazionale, ma nel Toro fatica a imporsi: Ché Adams punta a rilanciarsi dopo la sosta

Ché Adams sta vivendo una stagione a due facce. Con la maglia della Scozia è un punto di riferimento, mentre al Torino fatica a trovare spazio. Due realtà opposte che raccontano un giocatore in cerca di continuità, ma capace di lasciare il segno quando scende in campo.

Tanto spazio in Nazionale, poco al Torino

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In Nazionale, Adams è ormai una certezza. Numero 10 sulle spalle, minuti e fiducia garantiti dal ct Steve Clarke, che lo considera un pilastro del suo progetto. Nel percorso verso i Mondiali, l’attaccante ha collezionato presenze e reti pesanti, diventando il punto di riferimento di una squadra che si esalta grazie alla sua mobilità e alla sua concretezza sotto porta. Ma il granata non è soltanto un finalizzatore: lavora per i compagni, combatte su ogni pallone, si sacrifica e apre spazi. Insomma, il solito Adams — quello che già avevamo imparato a conoscere la scorsa stagione. Solo che quest’anno, con la maglia del Toro, la storia è ben diversa.

Dopo una scorsa stagione positiva — 36 presenze, 9 gol e 3 assist — Adams si trova oggi a lottare per un posto. Arrivato a parametro zero dal Southampton — squadra della Championship, paragonabile, se vogliamo, alla nostra Serie B — l’attaccante scozzese era al centro delle manovre offensive di Paolo Vanoli. L’allenatore aveva le idee chiare sin da subito: costruire l’attacco intorno alla coppia Zapata-Adams. Duvan al centro, a fare da riferimento e punto di appoggio, Adams libero di muoversi intorno a lui e finalizzare. Poi, il destino ha rimescolato le carte: il grave infortunio di Zapata ha costretto Vanoli a cambiare moduli e schemi, e Adams si è ritrovato a essere l’unica punta di riferimento, anche a causa di un organico ridotto all’osso. A fine stagione l’era Vanoli si è chiusa con l’esonero, e sulla panchina si è seduto Marco Baroni. Il nuovo tecnico ha inizialmente impostato la squadra sul 4-2-3-1, poi sul 4-3-3, e ha chiesto alla società una punta di peso: è arrivato Giovanni Simeone, partito forte e ora prima scelta. Così, Adams si è ritrovato ai margini, con poche presenze e minuti limitati. Eppure, il suo spirito non è cambiato. Il gol contro la Lazio — il primo stagionale in granata — e le reti segnate con la Scozia nelle qualificazioni sono un segnale chiaro: Adams c’è, è pronto e vuole riprendersi il suo posto. Tra ottobre e settembre l’attaccante ha lasciato il segno: due gol alla Bielorussia — uno all'andata e uno al ritorno — e buone prove con Grecia e Danimarca, prestazioni che potrebbero convincere Baroni a concedergli maggiore spazio dopo la sosta, in un momento in cui il Toro fatica a trovare continuità offensiva. Il messaggio è stato mandato: ora tocca al mister decidere se ascoltarlo.

Il nodo del modulo

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Ad oggi, Baroni sta valutando un cambio di rotta. Del resto, di aggiustamenti ne ha già fatti parecchi. Se in difesa i numeri sono ridotti all’osso, davanti il problema è quasi opposto: l’attacco è affollato, tra centravanti, trequartisti ed esterni. Il rendimento altalenante del reparto e la volontà di sfruttare al meglio i giocatori più tecnici potrebbero spingere il tecnico verso un modulo a due punte, con Nikola Vlasic nel ruolo di trequartista. In questo scenario, la coppia Simeone-Adams potrebbe dare nuova linfa alle manovre in avanti: il primo come riferimento centrale, il secondo più libero di attaccare la profondità e dialogare con il croato, sulla falsariga di quanto proposto da Vanoli nella scorsa stagione. Una soluzione che valorizzerebbe tre dei giocatori più importanti dell’organico, ma che inevitabilmente ridurrebbe lo spazio per elementi come Ngonge e Abouklhal, su cui la società ha puntato e insistito molto durante il mercato estivo. Scelte che confermano una già evidente confusione di fondo: tanti profili offensivi, poche certezze e un progetto tecnico ancora da definire con chiarezza.