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Baroni, 62 candeline e un Torino da rianimare

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I punti salienti della carriera del nuovo tecnico del Toro
Andrea Croveri

Manca solo una manciata di giorni al match importante del Torino contro la Roma. Oggi, giovedì 11 settembre, per Marco Baroni si prospetta una giornata particolare. Infatti, oltre la preparazione dei suoi uomini al Filadelfia, il mister compie 62 anni. Ripercorriamo i momenti salienti della carriera del mister granata.

Marco Baroni: l'inizio

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Come molti suoi colleghi, Baroni è stato prima calciatore e poi allenatore. Difensore solido, ordinato e capace di farsi rispettare nei duelli, in campo era un calciatore di grande affidabilità. Cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, debutta in Serie A il 2 maggio dell'Ottantadue contro l’Inter, in una gara terminata 1-1. Nel corso della carriera ha vestito diverse maglie, tra cui quelle di Udinese, Roma, Lecce, Bologna e Verona. In tanti lo ricordano soprattutto al Napoli di Maradona, dove ha giocato dal 1989 al 1991, segnando il celebre gol scudetto su assist del Pibe de Oro. La sua carriera da calciatore si conclude nel 2000 a Firenze, non con la Fiorentina dove aveva mosso i primi passi, ma con la Rondinella, squadra con cui esordirà poi anche da allenatore, portando in panchina lo stesso spirito che aveva sul campo.

Un calcio di (ri)costruzione

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Il suo gioco rispecchia il carattere: mobilità, intensità, attenzione ai dettagli. Il mister predilige il 4-2-3-1 o il 4-3-3, costruisce dal basso con pazienza, ma cerca subito verticalità e spazi. La difesa è compatta, le transizioni offensive rapide e dirette, con grande importanza ai duelli individuali. Non a caso, dopo la salvezza miracolosa del Lecce nel 2023-24, persino Maurizio Sarri ne elogiò pubblicamente il lavoro. Eppure, l’avventura granata è partita in salita. Baroni si è seduto sulla panchina del Toro ereditando un gruppo da rimodellare, ma i primi segnali non sono stati incoraggianti. La preparazione estiva era stata costruita sul 4-2-3-1, salvo poi virare bruscamente verso il 4-3-3. La prima gara ufficiale ha mostrato un Torino spento: vittoria sì, ma sofferta e noiosa contro il Modena (Serie B) in Coppa Italia. Poi, il disastro all’esordio in Serie A contro l’Inter, con una squadra priva di grinta, senza compattezza difensiva né verticalità offensiva. Pressing assente, posizionamenti sbagliati e scarsa reattività hanno evidenziato la mancanza di coesione all'interno del team. Insomma, nelle prime due uscite, del calcio di Baroni si è visto poco. Solo un timido barlume di luce è arrivato contro la Fiorentina, dove però il Torino non è riuscito a trovare il gol (uno solo segnato nelle tre gare stagionali, quello al Modena). Così, il compleanno al Filadelfia diventa per Baroni un giorno di lavoro e di ripartenza.