Non è giusto criticare sempre e a prescindere, ma è più che corretto pretendere tanto da chi le qualità le ha. E Cesare Casadei, le qualità, le ha eccome. Arrivato nello scorso gennaio per una cifra intorno ai 13 milioni, destinata al Chelsea, Casadei è - e, in effetti, deve essere - uno dei giocatori su cui Baroni punta di più. È un centrocampista che ha tutto: fisico, capacità tecnica, lettura tattica e carattere. Cosa gli manca? Solo la continuità. Contro il Pisa un suo gol di testa ha deciso la sfida e la qualificazione agli ottavi di finale di Coppa Italia, ma oltre a questo ha performato bene, rimanendo per quasi 90' in partita (mentalmente, perché fisicamente lo è stato per la totalità della gara). Il suo percorso al Torino non è stato caratterizzato soltanto da alti, anzi... Adesso è arrivato per lui il momento di diventare una certezza: è il minimo che ci si possa aspettare.

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Casadei deve diventare una certezza: bello il gol, ma serve continuità
Casadei al Torino: alti, bassi...e ora?
—Al termine della sessione invernale, quando è arrivato, il Torino aveva decisamente bisogno di nuovi stimoli per ritrovare il sorriso. Il suo arrivo, unito a quello di Elmas, ha fatto più che bene ai granata, che hanno ricominciato a performare. Fino al raggiungimento della salvezza, le sue prestazioni sono state di livello, poi anche lui è calato come tutta la squadra. Da punto di riferimento, soprattutto in fase offensiva, la sua presenza in campo è diventata un po' anonima, senza spiccare nel grigiore generale. Su di lui sono comunque rimaste grandi aspettative. Alla ripresa, con il nuovo tecnico - Baroni - Casadei è stato considerato da subito punto molto importante per la squadra, con alcuni dubbi. L'idea iniziale di gioco, infatti, il 4-2-3-1, l'avrebbe visto giocare come mediano davanti alla difesa. È, però, sotto gli occhi di tutti quanto la sua propensione offensiva sia spiccata. Ha certamente capacità difensive e di interdizione, ma nasce per puntare la porta avversaria. Non a caso, era anche stata considerata l'ipotesi di alternarlo a Vlasic come trequartista. La sfida contro il Modena - unita all'ottima prestazione di Ilkhan - ha privato Baroni del dubbio, passando al centrocampo a 3 e regalando di fatto a Casadei il ruolo di mezzala. Questa è la posizione che gli si addice, ma da grandi poteri derivano grandi responsabilità...
Le qualità ci sono e anche le responsabilità nella mediana del Toro: tocca a lui
—"Il futuro è suo. È alla 19esima partita in Serie A, ma ha già resettato il suo passato. È dentro il presente e solo il presente può portare a un futuro importante". Così Marco Baroni nella conferenza stampa odierna ha parlato di Casadei. Questo è il concetto più importante: "Il futuro è suo". Perché Casadei ha le qualità e deve esprimerle con continuità. Con il 4-3-3 ha la possibilità di affidarsi a due compagni di reparto, con i quali può gestire la fase di interdizione, dedicando più energie a quella offensiva. Con il 3-4-3 la situazione è un po' diversa, il compagno di reparto è solo uno ma dietro di sé ha tre difensori, con anche gli esterni che, all'occorrenza, possono stringersi. E in effetti contro il Pisa si è visto quanto premesse davanti. È sua la più grande occasione non realizzata del match: Casadei allarga per Pedersen, si propone in mezzo all'area e va a colpire di testa sul cross del norvegese, con il pallone fuori di pochissimo dalla porta del Pisa. Insomma, anche con questo nuovo modulo ha la possibilità di esprimere al meglio le proprie qualità. Il futuro è suo. Ora Casadei deve trovare quella continuità che gli potrà permettere di diventare un vero e proprio punto di riferimento nel gioco del Toro, e in fase difensiva, e in fase di impostazione, e in fase di rifinitura.
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