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Il Torino e l’equivoco ritiro estivo: Prato allo Stelvio occasione persa

Davide Bonsignore Redattore 
Tra cambi di modulo e giocatori che forse ancora si devono ambientare, la domanda è spontanea...

A cosa è servito il ritiro a Prato allo Stelvio del Torino? La domanda è lecita, considerando che la squadra è arrivata alle prime giornate di campionato senza aver dimostrato di avere un'identità definita, nè dal punto di vista tattico nè dal punto di vista caratteriale. Questi sono i due aspetti che dovrebbero essere curati al meglio durante la preparazione svolta in altura, ma qualcosa evidentemente è andato storto e Marco Baroni si ritrova a dover plasmare una squadra a campionato ormai abbondantemente iniziato.

Ritiro senza giocatori chiave e con un modulo sbagliato

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Se c'è qualcosa di fondamentale nel preseason, questo è proprio il ritiro. Un momento in cui giocatori e allenatore hanno la possibilità di allontanarsi dalla propria realtà, concentrarsi per due settimane e lavorare per conoscersi l'un l'altro e arrivare all'inizio della stagione preparati. Esattamente quello che è mancato al Torino. Il discorso può persino esulare dal fatto che il mercato ha portato alcuni titolari a mercato ormai finito, come Israel, Simeone e Asllani. Il nodo della questione, infatti, è che la squadra ha cambiato identità tattica troppe volte. Baroni ha iniziato la stagione con il 4-2-3-1, poi ci si è resi conto che le caratteristiche dei giocatori in rosa non erano quelle ideali per il centrocampo a due. Da qui la decisione di prendere un play come Asllani, a cui affiancare due mezzali. Il 4-3-3 è stato utilizzato con Inter e Fiorentina, poi a Roma per la terza giornata ecco la decisione di passare al 3-4-2-1, sfruttando il rientro in squadra di Ismajli. Dunque, riecco una mediana con due interni. Questo prendendo in considerazione solo i moduli utilizzati a gara in corso (ad esempio, nella parte finale della quarta giornata contro l'Atalanta, Baroni ha utilizzato anche il 3-5-2).

Baroni e il lavoro da fare a stagione in corso

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Il ritiro di Prato allo Stelvio decisamente ha portato i risultati sperati. Anche sul piano dell'atteggiamento caratteriale è un Toro che lascia a desiderare, perchè in più di una occasione la squadra si è sciolta come neve al sole al primo episodio negativo, e questo è un segnale negativo che va al di là dei singoli. Ad oggi il club granata si trova a 4 punti, ma con una differenza reti veramente preoccupante: una difesa che si è dimostrata poco solida e una sola rete, segnata soltanto grazie ad una prodezza di Simeone. Il lavoro da fare è ancora tanto, ma sarebbe stato il caso di farlo a metà luglio, quando il Torino è andato in ritiro. Ritiro che, ad oggi, sembra proprio sia stato inutile.