Le tre sentenze di Parma-Torino 2-1: attacco sterile, Vlasic in difficoltà

Il Torino perde al Tardini di Parma nella sfida che, calendario alla mano, avrebbe dovuto essere un'opportunità per mettere punti e tirare il fiato in attesa delle difficili sfide con Lazio e Napoli. Nel primo tempo la situazione si complica al 36' quando, sugli sviluppi di calcio di punizione, Ismajli tocca il pallone con il braccio. Fallo di mano fuori sagoma la motivazione del rigore, Pellegrino dal dischetto non sbaglia. A inizio ripresa Ngonge pareggia con una prodezza, il Torino poi però non riesce mai a trovare lo spunto per provare a prendersi la vittoria. Più cinico il Parma, che si porta a casa il 2-1 sugli sviluppi di corner con Pellegrino, lasciato libero da Vlasic in marcatura. Dopo lo svantaggio, troppo timida la reazione e troppo poco il contributo degli innesti. Cosa ci lascia Parma-Torino? Scopriamolo nelle tre sentenze sulla partita. Ngonge segna un eurogol, Simeone lo aveva fatto a Roma. Due rondini però, è il caso di dire, non fanno primavera. Il bottino del Torino in attacco è estremamente scarno, visto che conta appena quei due sigilli, che restano comunque gesti individuali. In estate si era parlato tanto del reparto offensivo, a cui era stato messo mano sul mercato per trovare più gol rispetto alle ultime annate e il cui potenziale era stato definito come altissimo in più occasioni pubbliche. Qualcosa però ancora non gira. L'attacco del Torino è sterile e il fatto che la squadra di Baroni abbia segnato poco e solo con prodezze lo dimostra. Il dato sugli expected goals delle prime uscite è indicativo in questo senso, con i granata che anche a Parma non hanno superato la soglia 0.8 contro 1.3 degli avversari. Anche a Roma, dove è arrivata l'unica vittoria fin qui, il dato era molto basso, addirittura 0.6. Una chiave ancora non è stata trovata, urge far girare l'attacco. In difficoltà a Parma, per più di un motivo, Nikola Vlasic. Il croato, al di là della marcatura su Pellegrino in occasione del 2-1, è parso ancora poco a suo agio nella veste che Baroni gli ha riservato fin qui. Quando interrogato sulla propria posizione in campo, Vlasic ha sempre detto di mettersi a disposizione nel ruolo che gli viene assegnato. Si sa tuttavia che il croato si trova meglio quando gioca dentro al campo, diversamente dal ruolo di esterno alto a sinistra che gli è stato ritagliato in questo inizio di campionato. Il rendimento del croato da quando è stato spostato dalla trequarti è stato poco rassicurante. Le prestazioni non convincono e l'urgenza di trovare una chiave a livello offensivo potrebbero portare a mutamenti delle gerarchie. L'ultimo spunto riguarda un'altra area di campo, la fascia destra. Il Torino negli ultimi anni ha sempre avuto un nodo per quanto riguarda le corsie esterne. Spesso si è parlato della fascia sinistra, perché priva di alternative fino all'arrivo di Nkounkou e prima ancora con Juric per l'assenza di un mancino di qualità dai tempi di Ansaldi. Si è trascurata maggiormente, nei discorsi, la fascia destra che però sta mostrando delle problematiche. I due interpreti a disposizione di Baroni sono Valentino Lazaro e Marcus Pedersen. Entrambi tuttavia stanno offrendo poca qualità sulla corsia in questo inizio di campionato, il che stimola alcune riflessioni. Il Torino non è intervenuto sul mercato in quell'area, confermando Pedersen e spostando fisso a destra Lazaro. Giudicando quanto visto sul campo fino a questo momento manca però qualcosa soprattutto in termini di qualità. Qualche ragionamento in più in sede di mercato poteva essere fatto.