Stadio pieno, partita che sembra chiusa. Sugli spalti, granata e biancocelesti sono divisi dai colori, ma uniti — paradossalmente — nella contestazione ai rispettivi presidenti. Un clima teso, che non cancella però la voglia di spingere le proprie squadre verso il gol. Il risultato segna 2-2 tra Lazio e Torino. Al 93’, la rete clamorosa di Coco gela l’Olimpico e sembra regalare agli uomini di Baroni una boccata d’ossigeno. Il Toro, finalmente, può sorridere: un sorriso che sa di liberazione, di respiro dopo settimane soffocanti. Ma che dura poco. Pochissimo. Perché bastano pochi secondi per vedere il castello di carte crollare. Il difensore Ali Dembelé — ma non solo lui — sembra rilassarsi. O forse spegnersi. In un momento in cui il Torino ha bisogno di punti, di orgoglio e di lucidità, non puoi permetterti un errore così ingenuo. Perché quando hai vinto, non puoi pareggiare.

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L’errore di Dembelé fotografa limiti e fragilità granata
Un errore che costa caro a Dembelé: com'è andata
—Siamo sul 2-3, il Toro è a un passo dall’impresa all’Olimpico di Roma, come già era accaduto poche settimane prima, ma contro i colori giallorossi. Il recupero sembra infinito: è il 95’ quando il Torino si complica la vita da solo. La Lazio non si arrende, spinge con gli ultimi assalti alla ricerca disperata del pareggio. Il pallone capita sui piedi di Dembelé, in posizione di copertura: basterebbe spazzarlo lontano, lontanissimo, per liberare l’area e mettere in cassaforte la vittoria. Ma alle sue spalle c’è Noslin, che non molla, lo pressa e gli soffia la sfera. A quel punto interviene Coco, che aveva appena regalato il vantaggio ai granata, e che travolge l’attaccante biancoceleste. L’arbitro fischia: è rigore. E poi è 3-3. Un’ingenuità fatale, un istante di blackout che in Serie A non puoi permetterti.
Dembelé ha 21 anni, come il numero che porta sulle spalle. È in un’età in cui il percorso di crescita passa anche attraverso gli errori, da cui si deve imparare. Quanto accaduto all’Olimpico non è un caso isolato: già a gennaio, contro la Fiorentina, due interventi superflui in pochi minuti gli valsero un’espulsione che compromise la gara dei compagni. Si tratta di episodi che rientrano nel processo di maturazione, ma che pesano su squadra e risultati. E che evidenziano una fragilità nella gestione della pressione e dei momenti chiave. Analizziamo le prestazioni di Dembelé nelle due stagioni con il Toro attraverso le grafiche e i dati di SofaScore.
A livello tecnico Dembelé offre fisicità e corsa, ma a livello mentale deve ancora consolidare concentrazione, tempi di gioco e malizia agonistica. È un giocatore di spinta, che predilige attaccare e che deve migliorare molto sul piano difensivo. Per maturare, il ragazzo ha bisogno di uno step intermedio tra campo e panchina, in modo da trovare man mano sicurezza, continuità e savoir faire. Da qui potrà davvero capire come costruirsi per essere un buon giocatore da Serie A, pronto per il Toro. Cosa che adesso non è. Per diventare affidabile serve saper scegliere l’intervento giusto, resistere alla pressione e garantire solidità nei frangenti decisivi.
La foto dell'avvio di stagione granata
—La partita di sabato 4 ottobre ha segnato per l'esterno granata la prima apparizione della Serie A 2025-26. L'errore su Noslin allo scadere, quella disattenzione, quella mancanza di lucidità — e ancor più di grinta e orgoglio — sembrano riassumere il Torino di questa stagione. Una squadra che è partita male e che si è mostrata spesso incerta, fragile nei momenti decisivi, incapace di reggere l’urto mentale quando la partita si complica. Gli errori, individuali e collettivi, si ripetono e fotografano una continuità che manca: nel carattere, nella tenuta difensiva, nella capacità di chiudere le gare. In un campionato in cui ogni partita pesa, non ci si può permettere regali. Soprattutto nei minuti finali, soprattutto quando si ha bisogno di punti.
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