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Torino, dieci anni dopo l’ultimo successo in un derby: cosa fanno i protagonisti?

Redazione Toro News

Come braccetto di destra della difesa a tre di Giampiero Ventura c'era un giovane serbo, abile nel controllo del pallone e attento in fase di copertura. Per gli addetti ai lavori, si trattava dei migliori prospetti del nostro calcio. Era, infatti, capace di unire ad una discreta forza fisica una buona visione di gioco. Il difensore serbo, classe 1991, arrivò a Torino nel luglio del 2013, a fronte di una spesa di 1,250 milioni di euro dal club greco dell'Apollon Limassol, un colpo in pieno stile dell'allora ds Petrachi. Nell'estate del 2016, però, verso la chiusura del mercato estivo, Maksimovic abbandonò il ritiro dei granata e si recò in Serbia, facendo perdere le proprie tracce, in attesa di essere ceduto al Napoli. Scontro tra club e giocatore, multe e sospensioni, alla fine il club partenopeo convinse Cairo ad accettare la sua offerta: Maksimovic sarà poi ceduto per un totale di 26 milioni di euro (prestito a 6 milioni con obbligo di riscatto a 20). Da lì, paradossalmente, iniziò la fase discendente della sua carriera. In Campania, mai riuscì ad esprimersi al meglio. Andò in prestito allo Spartak Mosca, poi ritorno in azzurro e addio definitivo. Infine, i passaggi al Genoa, all'Hatayspor e poi al Montpellier dopo esser diventato svincolato.