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Torino, quanti cambiamenti a centrocampo: la quadra resta da trovare

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Dalla mediana a due al centrocampo a tre per poi fare marcia indietro: i nodi del reparto sono tanti per Baroni
Irene Nicola
Irene Nicola Redattore 

Troppi cambiamenti e nessuno convince a pieno. L'oscillare di equilibri e gerarchie nel centrocampo granata è uno degli emblemi della confusione in casa Toro. Baroni ha provato a sperimentare soluzioni diverse, le ha testate con fortune alterne ma senza trovare una configurazione effettiva e definitiva da impiegare con continuità. Le difficoltà si sono viste in campo anche contro l'Atalanta, il problema tuttavia pare essere più radicato: il reparto è costruito male e ora fatica.

Torino, Baroni cambia di nuovo volto a centrocampo ma resta la ruggine

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Baroni ha cambiato in più occasioni l'assetto del suo centrocampo. Il tecnico granata era partito da una mediana a due, testata durante la preparazione estiva con il lavoro sul 4-2-3-1. Poche le garanzie ottenute, da qui la scelta di passare a un centrocampo a tre, visto per la prima volta nel secondo tempo dei trentaduesimi di Coppa Italia con il Modena. Torino decisamente più performante e nuova rotta per gli ultimi giorni di mercato, con Cairo stesso ad ammettere la necessità di intervenire sul mercato per consegnare un play a Baroni in vista della nuova impostazione. Anche il centrocampo a tre tuttavia è durato poco, nonostante l'innesto di un regista di corsa come Asllani. Il Toro si è disposto con il nuovo assetto contro Inter e Fiorentina per poi accantonarlo contro Roma e Atalanta, gare in cui è stato scelto il 3-4-2-1 tornando alla mediana a due. Nel giro di un mese Baroni ha fatto quindi più volte marcia avanti e poi indietro, sintomo di un'identità che ancora non c'è.

Torino, Baroni cambia anche le pedine ma manca ancora la quadra

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Anche i volti si sono alternati a centrocampo. Tra Roma e Atalanta, Baroni ha cambiato una pedina optando per la panchina a Casadei, il cui rendimento in questo inizio di stagione è stato al di sotto delle aspettative. Scelta comprensibile, ma virare su Ilic al fianco di Asllani non ha comunque portato vantaggi. L'inedito duo è parso troppo leggero rispetto a quanto sarebbe servito per provare a reggere l'urto della Dea, coppia quindi bocciata. Una carta che Baroni può giocarsi è Anjorin, mai titolare fino a questo momento e quindi da testare. Da verificare tuttavia l'adattabilità dell'inglese a una mediana a due, considerando che l'ex Empoli è meglio inserito nel ruolo di mezzala. Figurano nel reparto Ilkhan, sparito però dai radar dopo Modena ed Inter, e Tameze, impiegato nei finali e spendibile anche come braccetto come contro l'Atalanta. Resta da trovare una quadra, i nodi da sciogliere sono parecchi.