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TURIN, ITALY - AUGUST 31: Marco Baroni, Head Coach of Torino, looks on prior to the Serie A match between Torino FC and ACF Fiorentina at Stadio Olimpico di Torino on August 31, 2025 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Trasformista per necessità, non per vocazione. L'ha fatto capire a chiare lettere nel post-partita di ieri, giovedì 25 settembre, mister Marco Baroni. Il suo Torino ha superato il turno di Coppa Italia contro il Pisa, ha giocato un buon primo tempo, ha gestito male il finale nonostante la superiorità numerica. In conferenza stampa l'ex allenatore della Lazio ha evidenziato un punto che non può passare inosservato, specie dopo un avvio di stagione contraddistinto da un costante cambiamento di assetto tattico (sembrano così lontani i tempi del 4-2-3-1 visto nel ritiro e nella pre-season eppure è passato poco più di un mese). Baroni ha dichiarato: "La soluzione a tre non la vedo, anche per l'assenza di giocatori, ma la stiamo utilizzando per trovare alcune situazioni. Per esempio oggi ho voluto proteggere Nkonkou che ha fatto una partita di vigore e qualità. Possiamo anche giocare con i quattro. Non sono uno che cambia molto, ma di fronte a esigenze di squadra sono pronto a fare anche valutazioni diverse" (LEGGI QUI).
Il primo aspetto che balza all'occhio (o all'orecchio) delle parole di Baroni è il seguente: "Non sono uno che cambia molto". In realtà, i suoi primi 120 giorni in granata hanno messo in evidenza tutto il contrario. Dal 4-2-3-1 al 4-3-3 fino al passaggio alla difesa a tre con soluzioni differenti in zona offensiva (3-4-2-1 oppure 3-5-2). Sul trasformismo di questi mesi è quindi voluto tornare Baroni, il quale sta cercando una quadra non semplice da trovare. L'obiettivo è arrivare alla solidità per farlo Baroni sta provando a mischiare ripetutamente le carte in tavola. Il secondo aspetto riguarda la difesa a tre: non sarà una soluzione definitiva del Torino. A Baroni fondamentalmente piace meno rispetto alla difesa a quattro ma per necessità sta cercando di chiedere alla squadra una sforzo a tre. Anche sui principi di gioco si sono verificate non poche trasformazioni nell'arco di queste settimane. A San Siro si è visto un Torino propenso a palleggiare contro l'Inter vice-campione d'Europa, ieri sera in casa con il Pisa si è visto, specie nel primo tempo, un Torino molto abile a pressare in avanti e meno propenso a tenere il pallone. Baroni ha fatto capire a tutti che il trasformismo non è la sua corrente preferita, ma in questa fase di costruzione di un'identità serve anche questo, a patto di generare alle volte dell'apparente confusione tecnica. Vedremo se tutto questo porterà alla nascita del vero Toro di Baroni, per ora si sono visti mille volti ma nessuno davvero conforme alle idee tattiche del Baroni conosciuto.
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