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TURIN, ITALY - DECEMBER 27: Marco Baroni Head Coach of Torino FC reacts during the Serie A match between Torino FC and Cagliari Calcio at Stadio Olimpico di Torino on December 27, 2025 in Turin, Italy. (Photo by Stefano Guidi - Torino FC/Torino FC 1906 via Getty Images)
Prova di maturità fallita dal Torino e da Marco Baroni. Si era parlato di logica dopo le vittorie ottenute in rapida successione senza subire gol contro Cremonese e soprattutto Sassuolo. La logica non è mancata nemmeno contro il Cagliari, specie nell'undici iniziale. Baroni aveva le mani legate, ha riproposto per 10/11 la formazione di Reggio Emilia con un'unica variante: Simeone in avanti al fianco di Adams. Fin qui tutto bene. La partita è apparsa fin da subito equilibrata, il Torino ha avuto la capacità di sbloccarla con il solito Vlasic. Poi, però, sono emerse le lacune difensive che tante volte sono state evidenziate in questa stagione. Il primo gol è evitabilissimo e deriva da un errore di marcatura (qualcuno si ricorda lo scempio di Parma con due gol presi in modo identico perché in marcatura era stato scelto Vlasic?), il secondo è invece figlio di troppa leggerezza. Morale: il Torino si è fatto riprendere e superare in casa da una squadra sulla carta inferiore come il Cagliari. I veri problemi sono arrivati dopo il 2 a 1 sardo. I granata si sono sciolti come neve al sole e hanno imbastito una reazione davvero troppo timida.
Nel finale al Torino è mancato un po' tutto: ordine, furore e apporto dalla panchina. Sì, dobbiamo metterci anche l'apporto della panchina perché i sostituti non hanno aggiunto nulla al Torino e la gara è scivolata via su binari ideali per il Cagliari. Va detto che anche i cambi hanno seguito una loro logica, quindi è difficile appuntare qualcosa nello specifico a Baroni, a differenza di altre partite nelle quali le decisioni erano apparse cervellotiche e prive di un vero senso. Appena dopo il gol subito è stato inserito Zapata con Nkounkou al posto di Adams e Lazaro; altri 10 minuti ed è stato messo Ngonge per Asslani. All'80', infine, spazio a Ilkhan e Aboukhlal per Gineitis e Pedersen. Nulla di così sorprendente, a parte l'inserimento di Ilkhan che è stato la vera mina vagante del girone d'andata del Torino e per la cui gestione servirebbe un manuale specifico. Eppure nessuno dei cambi ha inciso davvero. Probabilmente il migliore è stato proprio Ilkhan. In altre parole, il Torino senza determinazione nell'ultimo quarto di partita è uscito con le pive nel sacco e ha chiuso in modo negativo un 2025 anonimo che rischia di trasformare in anonima anche la gestione di Baroni.
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