Natale delle meraviglie
—Dopo tre anni senza appuntamenti natalizi, ecco il primo incontro che rientra a pieno titolo negli almanacchi. È il 25 dicembre 1927 e il Toro è ospite della Cremonese. Finisce 2-2 ed uno dei marcatori porta il nome di Julio Libonatti, componente del “Trio delle meraviglie” che, insieme a Baloncieri e Rossetti, condurrà al termine di quella stagione al primo storico scudetto granata, arrivato dopo quello revocato dell’anno precedente. Facendo un salto di undici anni, troviamo un mondo cambiato, in cui si avverte l’odore di un’altra guerra mondiale. Nel 1938 si leggono titoli come “Natale di vittoria per le armi di Franco”, nella fase crepuscolare della guerra civile spagnola. Quel giorno si giocò al Filadelfia una gara di Coppa Italia contro l’Imperia. Pochissima gente sugli spalti, il freddo pungente. I granata ebbero la meglio dei liguri per 2-1.
La guerra, il derby, il Grande Torino
—Sei anni dopo ci si ritrova immersi nella guerra totale. Torino, il 25 dicembre 1944, era sotto il controllo della Repubblica Sociale Italiana, stremata dai bombardamenti di un conflitto ormai ampiamente deficitario. Anche lo sport viveva un periodo particolare. Si disputò un altro derby, tra Torino FIAT e Juventus Cisitalia, chiamate così per i legami industriali che ne permettevano la sopravvivenza. Quel Torino FIAT era già, nei fatti, il Grande Torino, che stava prendendo forma prima di monopolizzare il panorama nazionale con cinque tricolori consecutivi. 2-5 il finale, con le doppiette di Loik e Gabetto e il timbro di Ossola, in un match allo stadio Mussolini (l’attuale Grande Torino) volto a raccogliere fondi da destinare agli sfollati dei bombardamenti.
Il Toro del boom
—La guerra era alle spalle, Superga iniziava a esserlo un poco di più il 25 dicembre 1955, quando i granata ospitavano la Roma al Filadelfia. Era un Toro tornato a una sorta di normalità e intento a ritagliarsi uno spazio nel campionato. In una giornata freddissima, avvolta da una fitta nebbia, arrivò una vittoria per 2-1. Dall’Italia e da un Toro della ricostruzione si passa al Paese del boom economico, con cui si conclude questa carrellata natalizia. Nel 1960 il Toro era ospite del Bologna, in un incontro tutt’altro che all’insegna dei buoni sentimenti, anzi piuttosto spigoloso. I granata andarono sotto dopo undici minuti per un gol di Perani, ma pareggiarono alla mezz’ora con Tomeazzi. I padroni di casa chiusero la prima frazione avanti grazie a Cervellati, ma fu nella ripresa che si verificò l’episodio destinato a compromettere la serenità natalizia: l’arbitro fischiò un rigore in favore del Bologna per un fallo di mano discutibile. Ne scaturì un parapiglia, a cui fece le spese “Il Vecio”, Enzo Bearzot, che stava invece provando a rasserenare gli animi. Finì 3-1 e da quel momento non vi fu più una replica nel giorno di Natale. Alla fine, il calcio ha lasciato il Natale dove l’avevamo trovato: a tavola, tra una discussione e l’altra. Forse è giusto così. Per il pallone restano gli altri 364 giorni dell’anno.
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