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Enrico Marone Cinzano: l’artefice del primo stadio granata

Andrea Croveri
Oggi, giovedì 23 ottobre, è l'anniversario della morte di uno dei più amati presidenti granata: Enrico Marone Cinzano

Giovedì 23 ottobre ricorre l’anniversario della scomparsa del conte Enrico Marone Cinzano, uno dei protagonisti più importanti nella storia del Torino Football Club. Imprenditore illuminato e dirigente appassionato, fu lui a imprimere una svolta moderna alla società granata, introducendo una mentalità nuova e una visione lungimirante per il calcio dell’epoca. Il conte divenne presidente del Torino nel 1924, appena diciotto anni dopo la nascita del club. Sotto la sua presidenza arrivarono i primi due scudetti della storia granata, nelle stagioni 1926-1927 e 1927-1928. Ma soprattutto, a lui si deve l’idea che avrebbe cambiato per sempre il destino del Toro: la costruzione di uno stadio di proprietà. Fu infatti il conte a promuovere la nascita del nuovo impianto, il Campo Torino, inaugurato il 17 ottobre 1926. Realizzato insieme all’ingegnere Gamba, docente del Politecnico di Torino, sarebbe poi diventato il leggendario Stadio Filadelfia, la casa del Grande Torino e simbolo eterno dell’identità granata. Figlio di Alberto Marone e Paola Cinzano, ultima erede della storica azienda di liquori, Enrico Marone Cinzano portò nel calcio la stessa visione imprenditoriale che lo aveva reso un protagonista dell’industria italiana. In seconde nozze sposò Maria Cristina di Borbone-Spagna (1911-1996), figlia di Alfonso XIII di Spagna, legando così la propria storia anche a una delle famiglie reali europee più note. La sua eredità sportiva e culturale resta viva ancora oggi: con la sua intuizione e la sua determinazione, Enrico Marone Cinzano pose le basi di un Torino moderno, ambizioso e vincente. Proprio ieri, le porte del Filadelfia sono state aperte per consentire ai tifosi granata di assistere all’allenamento della squadra, un momento di partecipazione e vicinanza che conferma quanto lo spirito del club continui a vivere anche attraverso la sua gente.