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Daniele Padelli, voto n.g.: il portiere della rinascita ai saluti

Gualtiero Lasala Redattore 
Il pagellone / Il portiere granata non ha giocato molto quest'anno, se non due partite di Coppa Italia: ora è ad un passo dall'addio

Padelli, che in questa stagione è stato il secondo dell'estremo difensore britannico, è arrivato in granata dall'Udinese come seconda scelta: Jillet era il portiere titolare, ma a causa della vicenda del Calcioscomesse, Padelli riuscì a prendersi un posto da titolare nel Torino di Ventura. La sua esperienza in granata non cominciò di certo in maniera cattiva, perché i granata ottennero l'accesso all'Europa League e diverse soddisfazioni: la sua migliore stagione, però, fu quella 2014/2015, quando giocò la competizione europea arrivando fino agli ottavi con la squadra granata. Il punto più alto della sua esperienza al toro la toccò nel derby del 26 aprile del 2015, quando i granata trovarono quella vittoria che mancava da 20 anni. Il successo arrivò anche grazie a Padelli, che quel giorno decise di trasformarsi in un super-uomo, effettuando parate sensazionali, come quella su Vidal.

Ma la sua avventura in granata fu macchiata lo stesso anno, e si incrinò: l'evento che lo mise alla mercé di tutte le critiche fu quell'errore contro l'Empoli, quell'autogol al terzo minuto di gioco, arrivato a causa di un rinvio completamente sbagliato. Da lì in poi la maglia granata diventò sempre più pesante per Padelli, che venne più volte incolpato per alcune papere. Lo stesso Mihajlovic, arrivato al Toro la scorsa estate, non lo ritenne adatto per la stagione che doveva cominciare, e cercò delle soluzioni alternative in Gomis, per poi ricevere Hart, il fuoriclasse britannico.

Perciò il bilancio della sua esperienza in granata, che terminerà a breve (Padelli andrà all'Inter come vice di Handanovic), non è del tutto negativo, perché il ragazzo fu protagonista della rinascita granata, ma di certo non è stata facile.