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Dionisi-Juric, bilancio pari: nelle ultime due sfide, solo beffe per il croato

Dionisi-Juric, bilancio pari: nelle ultime due sfide, solo beffe per il croato - immagine 1
Il confronto tra i due allenatori: entrambi partiti dal basso, entrambi propongono un calcio moderno e all'avanguardia

Andrea Calderoni

Bilancio in perfetta parità tra Ivan Juric e Alessio Dionisi dopo tre incontri. Una vittoria per il croato, una vittoria per l'italiano e un pareggio. Nelle ultime due sfide Juric non ha sconfitto l'avversario. Tutti i precedenti risalgono agli ultimi due campionati che stanno vedendo Juric a capo del Torino e Dionisi a capo del Sassuolo. Il 17 settembre 2021 il primo Torino di Juric si impose alla grande al Mapei Stadium grazie al gol di Pjaca e per la prima volta diede l'idea di quello che avrebbe potuto fare con il croato in panchina. Al ritorno il 23 gennaio 2022 finì 1 a 1, ma fu un pareggio beffardo per un Torino dominante; i granata costruirono e sprecarono l'impossibile e, dopo il gol di Sanabria al 16', vennero beffati all'88' da Raspadori. Anche in questa stagione si è giocato il 17 settembre e anche in questo caso il Sassuolo ha segnato nei minuti finali; è accaduto in pieno recupero con Alvarez. Altra beffa per il Torino, anche se meno clamorosa di quella di inizio 2022. Tre precedenti, tre risultati diversi per due allenatori molto promettenti del panorama nostrano.

Dionisi-Juric, bilancio pari: nelle ultime due sfide, solo beffe per il croato- immagine 2

Dionisi e Juric due tecnici all'avanguardia: il loro calcio è moderno

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Per idee di gioco Dionisi e Juric si possono considerare a tutti gli effetti due allenatori moderni. Entrambi sono accumunati da un concetto chiave: la verticalità. Nel Sassuolo delle ultime due stagioni quello che balza all’occhio è sicuramente il prolungato possesso passa ereditato dalla gestione Roberto De Zerbi ma a esso si sono aggiunti una gran quantità di passaggi in verticale che hanno reso la creatura di Dionisi differente rispetto a quella del suo predecessore. Juric all’Hellas Verona ha fatto della verticalità il proprio mantra e anche con il Torino, soprattutto nella passata stagione, si è sempre andati in questa direzione (con l'avvento di Ricci qualcosa è cambiato in termini di possesso palla ma la giocata preferita resta sempre la rapida verticalizzazione in grado di ribaltare il fronte). Sia Dionisi che Juric, inoltre, amano dominare il gioco e proprio per questo si possono definire a tutti gli effetti tecnici moderni, all’avanguardia e al Sassuolo e al Torino stanno confermando quanto di buono si diceva nei loro confronti.

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Entrambi conoscono la gavetta: hanno attraversato tutto il professionismo italiano

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Anche i loro percorsi in qualche modo si assomigliano, sebbene quello di Juric sia cronologicamente più datato rispetto a quello di Dionisi. Il croato del Torino, infatti, è più anziano del collega di 5 anni (1975 Juric, 1980 Dionisi). Sono due tecnici che sanno cosa significa la parola gavetta. Dionisi ha iniziato solamente nella scorsa stagione con il Sassuolo ad allenare in Serie A, dopo aver guidato squadre in Serie D, Serie C e Serie B. Ha affinato le proprie idee, le ha testate sul campo, ottenendo risposte molto spesso confortanti. Dagli anni splendidi a Borgosesia, dove ha forgiato parecchi giovani, ai play-off con il Fiorenzuola e ancora il professionismo con l’Imolese (straordinario terzo posto nel girone B di Seri C nel 2018/2019). Poi, c’è stata la serie cadetta con il Venezia e soprattutto nella passata annata con l’Empoli (primo posto finale e promozione). Anche Juric è partito dal basso: il Mantova in C, il Crotone portato in Serie A nel 2015/2016 e poi la massima serie con il Genoa, l’Hellas e quindi il Torino nelle ultime due annate.

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