Sono stati giorni "frenetici" in casa Filadelfia tra la nomina (poi risultata incompatibile) di quello che doveva essere il nuovo Presidente della Fondazione Marco Chessa, e il CdA svoltosi il 31 gennaio - dove si sono fatti grandi progressi in chiave secondo lotto. Cerchiamo dunque di fare chiarezza, e di riassumere i fatti di questi giorni.
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Filadelfia, caso Chessa: che scivolone del Comune. Ma il secondo lotto è già finanziabile
SECONDO LOTTO - Il Comune, quindi, continua a rimanere ad oggi assente all'interno della Fondazione, ma nei fatti poco importa. Già, perché gli altri componenti continuano a lavorare sodo e a pieno regime, e nell'ultimo CdA si è fatto il punto sulla situazione economica. Una situazione più che florida - visto che la Fondazione, ad oggi, ha un patrimonio di circa 1.5 milioni di euro, che stanno per essere ulteriormente rimpinguati con la quota semestrale di affitto di circa 100mila euro versati dal Torino. Soldi, questi, praticamente sufficienti a finanziare il secondo lotto, che comprenderà - lo ricordiamo - tutto il sotto-tribuna, e dunque la foresteria, la sede, la sala conferenze e il completamento di una parte degli spogliatoi.

E per quanto riguarda la tanto agognata "piena agibilità"? La commissione comunale avrebbe dovuto dare l'ok definitivo già entro a fine gennaio, ma alcuni problemi tecnici (di facile risoluzione) hanno fatto sì che i tempi si dilatassero ulteriormente. Stabilire una data precisa, dunque, ad oggi non è facile, ma ottimisticamente entro metà febbraio potrebbe esserci la tanto agognata fumata bianca. Con o senza delegato comunale, la Fondazione Filadelfia prosegue dritta per la sua strada: il processo di completamento dello storico impianto non si ferma.
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