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Il maestro batte l’allievo: Gasp sconfigge Juric grazie al peso della panchina

Il maestro batte l’allievo: Gasp sconfigge Juric grazie al peso della panchina - immagine 1
Ancora una volta il Torino ha perso o vinto di misura: sono 17 le gare in cui un gol di scarto ha fatto la differenza
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Per la diciassettesima volta in trentadue giornate di campionato il Torino ha ottenuto un risultato di sconfitta o vittoria con un solo gol di scarto. Sulle colonne di Toro News si era analizzato alla vigilia del match con l'Atalanta come i granata non siano una squadra in grado di dominare totalmente l'avversario ma nemmeno di essere dominati. Il quadro è stato il medesimo anche ieri sera, sabato 29 aprile, contro un'Atalanta che si è rilanciata alla grande nella volata Champions League grazie ai tre punti di Torino. Come era lecito attendersi, è stata una partita fatta di uno contro uno e per questo un po' bloccata, ed è stata decisa da una grande giocata del singolo. Insomma, il copione che ci si aspettava è stato rispettato. Un po' troppo spinte, in tal senso, le dichiarazioni di Ivan Juric al termine della gara, nelle quali ha detto che "è stato il Toro a dominare". In realtà, i granata hanno cercato di condurre per lunghi tratti la partita sfruttando le proprie caratteristiche e mettendo in difficoltà la Dea ma dominare l'avversario è un'altra cosa, anche perché Torino-Atalanta di ieri sera la si può tranquillamente archiviare come una partita non spettacolare.

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Lazaro e Karamoh, scelte rivedibili di Juric

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Dal punto di vista tattico il Torino ha mantenuto il possesso palla riuscendo a fare meglio degli avversari sul piano della supremazia territoriale. Ma non è riuscito a trovare spazi negli ultimi metri, il primo tempo è stato chiuso senza tiri in porta. Lo stesso tecnico ex Juventus ha evidenziato: "Non abbiamo fatto una gran partita dal punto di vista tecnico. Questa sera volevamo palleggiare di più ma non lo abbiamo fatto molto però siamo stati solidi" (LEGGI QUI). Non vanno quindi sminuiti i meriti del Torino contro un avversario che, fino a prova contraria, è in piena lotta per la qualificazione alla Champions League. Anche al Torino è mancato qualcosa rispetto ad altre gare, ad esempio un po' di qualità sulle corsie esterne (tanti cross potevano e dovevano uscire meglio). Proprio relativamente agli esterni, a posteriori è stata non felice la scelta di contrapporre Lazaro a Zappacosta: il mismatch dal punto di vista della corsa ha pesato a favore dell'atalantino che proprio grazie a una sua scorribanda ha realizzato il gol. Juric ha spiegato di voler far mettere minuti nelle gambe all'austriaco poichè lo ritiene il miglior esterno in rosa, ma a questo punto meglio sarebbe stato schierarlo a sinistra. Attenzione anche alla mossa di preferire Karamoh a Vlasic, che era parso in crescita a Roma. Mossa abiurata all'intervallo, vista la prestazione scadente del francese.

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Sotto di un gol, per il recupero finale si poteva tenere in campo Sanabria

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Diverso il discorso per il quinto ed ultimo cambio. All'89', due minuti dopo il gol di Zapata, Juric ha richiamato in panchina Sanabria, fresco di decimo gol in campionato, e ha inserito Pellegri. Sotto di un gol per l'assalto finale si poteva osare qualcosa di diverso, si poteva cioè proporre una variazione sul tema con Sanabria al fianco di Pellegri. Da difendere ormai c'era ben poco, Sanabria era in piena fiducia e una doppia punta nel recupero avrebbe quanto meno potuto produrre un po' di animosità nell'area dell'Atalanta. Sempre dal punto di vista dell'analisi delle sostituzioni, non si può sottovalutare l'apporto della panchina della Dea. Poter cambiare completamente il terzetto offensivo senza scendere di qualità, anzi forse aumentandola, denota la differenza della rosa a disposizione di Gasperini rispetto a quella di Juric. L'Atalanta ha tolto Pasalic e Hojlund al 52' per Boga e Zapata (autore del gol vittoria) e poi a 11 minuti dal 90' ha tolto Ederson per Muriel. Insomma, roba da leccarsi i baffi che alla fine ha fatto la differenza.

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