Oggi, 18 ottobre, il popolo granata ricorda un momento che segnò l’inizio di una leggenda. Era il 1942 e allo stadio si giocava il derby della Mole. Il Torino travolse la Juventus per 5-2 e tra le reti di quella giornata ce n’era una destinata a entrare nella storia: il primo gol in maglia granata di Valentino Mazzola. A soli ventitré anni, Mazzola aveva già vissuto un percorso straordinario. Nato a Cassano d’Adda nel 1919, soprannominato Tulèn — in dialetto “colui che prende a calci le latte” — aveva cominciato giocando per strada, quando il pallone era un lusso e la fantasia sostituiva l’erba dei campi. Fu notato quasi per caso durante il servizio di leva: giocava a piedi scalzi, ma il talento era talmente evidente da aprirgli le porte della Serie A, prima a Venezia, poi a Torino. Ferruccio Novo, presidente del Toro, lo acquistò per 250.000 lire, battendo anche la concorrenza della Juventus, squadra per la quale il giovane Valentino non aveva fatto mistero di tifare da bambino. Ma una volta indossato il granata, il legame con quella maglia divenne assoluto. Quel gol del 18 ottobre 1942 non fu soltanto una rete in un derby: fu l’inizio di un mito. Un incrocio di destini. Mazzola sarebbe diventato il capitano, l’anima e il simbolo del Grande Torino, la squadra che dominò il calcio italiano e che il fato volle consegnare all’eternità nella tragedia di Superga.
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