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TURIN, ITALY - NOVEMBER 8: (L-R) Ardian Ismajli of Torino FC and Che Adams of Torino FC reacts during the Serie A match between Juventus FC and Torino FC at Juventus Stadium on November 8, 2025 in Turin, Italy. (Photo by Stefano Guidi - Torino FC/Torino FC 1906 via Getty Images)
L’undicesima giornata di Serie A ha lasciato l’amaro in bocca a molti appassionati di calcio: pochi gol, ben cinque pareggi e addirittura tre partite finite 0-0. Tra queste, spicca il derby della Mole, chiuso a reti bianche. Un punto prezioso per la squadra di Baroni, utile per la classifica e significativo anche alla luce dei risultati dei derby d’andata nell’era Cairo. Il pareggio contro i bianconeri, però, ha fatto emergere un dato curioso: nei principali campionati europei, le tre squadre che hanno collezionato più pareggi nelle ultime due stagioni giocano tutte in Serie A. In testa c’è la Juventus, seguita dal Torino che condivide il secondo posto con il Parma. E se andiamo a vedere i pareggi di quest'anno, Torino, Parma e Juventus hanno una rivale molto agguerrita: l'Atalanta con ben 7 pareggi, contro i 5 di Toro e Parma e i 4 della Juve.
Facciamo un passo indietro, perché il pareggio è ormai parte integrante dell’identità del Torino, non solo nelle ultime stagioni. Basti pensare all’ultimo Toro di Juric, stagione 2023-24, quando l’Olimpico Grande Torino era diventato un fortino difficile da espugnare: 8 vittorie in casa, solo 2 sconfitte e ben 9 pareggi, sette terminati 0-0 e due 1-1. Fuori casa, invece, il bilancio parlava di 5 vittorie, 5 pareggi e 9 sconfitte, con due 0-0 e tre 1-1. Alla fine, i granata chiusero al nono posto. Il Torino di Vanoli ha raccolto quell’eredità, proseguendo sulla stessa scia: 10 vittorie, 14 sconfitte e 14 pareggi. Risultato finale? Un undicesimo posto, appena dietro al Como che pur avendo un pareggio in meno e una sconfitta in più, è riuscito a conquistare tre vittorie aggiuntive, decisive per la classifica. Anche quest’anno al Torino pareggi non mancano, ma va detto che hanno quasi sempre un peso specifico importante. È prezioso lo 0-0 nel derby con la Juventus - unico punto conquistato nei derby d’andata dell’era Cairo - così come quelli ottenuti contro Bologna e Fiorentina. Lasciano invece l’amaro in bocca quelli con la Lazio all’Olimpico - dove i granata hanno solo sfiorato la sensazione dei tre punti - e con il Pisa. Undici partite di campionato, cinque pareggi. E per ora la classifica concede ai granata lo sforzo di un sorriso: un dodicesimo posto che inquadra bene la loro dimensione.
Numeri che, messi in fila, raccontano più di tante parole: il Torino, da anni, sembra fissare come unico obiettivo - se davvero di obiettivo si può parlare - la mediocrità della metà classifica. Un gioco spesso prudente e attento a coprirsi, che porta la squadra a tentare poco, a rischiare ancora meno, e che alla fine non conduce da nessuna parte. Il pareggio, si sa, vale un solo punto, e se si continua a pareggiare e a rischiare poco, inevitabilmente la classifica ristagna: il Toro resta fermo, senza slanci, senza ambizioni. Quando si affrontano le grandi ci si accontenta del punto, rifugiandosi dietro la differenza di qualità. E contro le squadre che lottano per la salvezza o per la metà della classifica, il copione cambia, ma il finale resta uguale: si chiudono, si difendono, e segnare diventa un’impresa. Così il pareggio sembra un buon risultato, e magari a partita finita si tira persino un sospiro di sollievo, per poi congelarsi davanti alla classifica. Ed eccoci di nuovo lì, immancabilmente, bloccati a metà.
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