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Radonjic, derby da incubo: quel quarto d’ora segna la sua storia in granata

Radonjic, derby da incubo: quel quarto d’ora segna la sua storia in granata - immagine 1
Quello del trequartista serbo è stato un ingresso in campo dannoso per il Toro

Silvio Luciani

Riuscire a perdere sei palloni e cinque duelli in poco più di 13 minuti non è impresa semplicissima, eppure Nemanja Radonjic ci è riuscito nel momento più importante della partita più sentita, il derby della Mole. Quello del trequartista serbo è stato un ingresso in campo dannoso per il Toro, che si era giocato la stracittadina alla pari ed è capitolato proprio dopo il suo ingresso in campo, anche a causa di un paio di errori determinanti. Non è un caso, quindi, che 14 minuti dopo Juric fosse furioso e lo abbia richiamato in panchina. “Manca di rispetto a questo gioco, in sei mesi non sono riuscito a farlo diventare un giocatore di calcio” ha detto senza mezzi termini Juric, ai microfoni di DAZN. Inevitabilmente, la storia granata di Radonjic rischia di essersi definitivamente compromessa all’Allianz Stadium.

Radonjic si dimentica Chiesa e il Toro perde il Derby…

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Nello specifico, cosa ha causato la rabbia di Juric, che secondo quanto riferito da DAZN avrebbe urlato al serbo: “È colpa tua” più volte? Oltre ad un errore decisivo dopo la traversa di Linetty, situazione in cui invece di appoggiare per l’accorrente Ilic ha provato un dribbling inutile perdendo palla, Radonjic è stato protagonista in negativo nell’occasione del gol di Bremer. “La differenza l'ha fatta il terzo gol, dove non abbiamo rispettato le consegne da fare nel calcio” ha continuato Juric, riferendosi alla posizione e alla scarsa reattività (per usare un eufemismo) di Radonjic, che avrebbe dovuto coprire il passaggio per Chiesa e invece è rimasto nella terra di nessuno mentre i compagni gli indicavano il 7 della Juve. “Ci sono delle consegne, su calcio d'angolo difensivo devi fare delle cose. Hai cose da fare, entri e fai cose diverse e vuol dire che non ci sei dentro“ ha concluso Juric.

Agosto da sogno, poi il buio. E il riscatto obbligatorio…

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Verrebbe da chiedere a Juric cosa si aspettasse da un giocatore che lui stesso aveva già escluso e di cui già aveva parlato in questi termini: “Non sono soddisfatto, deve dare di più, fa fatica a diventare un giocatore vero. A volte va bene, a volte sparisce”. Parole che raccontano la parabola di Radonjic al Toro, partito benissimo ad agosto e andato calando nel resto del campionato. Qualche sprazzo quì e là, mai la sensazione di poter essere decisivo come nel primo scorcio di stagione. E il paradosso è che, in una trequarti tutta da confermare, Radonjic è l’unico giocatore di proprietà del Toro perché è già scattato il riscatto obbligatorio per 2 milioni di euro dal Marsiglia. Eppure, il derby di Radonjic sembra aver messo anticipatamente la parola fine sulla sua esperienza in granata.

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