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Torino, Anjorin: “Faustino? Da Asprilla. Grato a mio padre e ai suoi sacrifici”

Eugenio Gammarino
Il neo centrocampista del Torino Tino Anjorin si è presentato ai microfoni del club

Il neo centrocampista del Torino Faustino Anjorin si è presentato ai microfoni del club. Il calciatore inglese ha partecipato alla serie di interviste "Get to know" realizzate dal Torino in cui ha raccontato dell'accoglienza che ha ricevuto quando è arrivato a Torino e della grande passione per il calcio in famiglia: "La città è fantastica, è molto molto bella. Lo stadio è incredibile. La storia del club è incredibile e le persone qui sono davvero accoglienti e gentili e mi fanno sentire a mio agio. Il mio nome completo è Faustino, da Asprilla. La mia famiglia è sempre stata molto appassionata di calcio. Mio padre ha giocato a calcio fino ai 18 anni e sfortunatamente a causa di alcuni problemi non è riuscito a continuare. Quando giocava lo hanno soprannominato Tino perchè giocava in modo molto simile ad Asprilla. Così quando sono nato mi ha chiamato Faustino e il mio soprannome è Tino, mentre mio fratello si chiama Zico. Questo dimostra quanto la mia famiglia sia appassionata di calcio. Anche mia madre che inizialmente non amava molto il calcio, è stata costretta a seguirlo. Il viaggio che mio padre faceva da Poole a Londra mi ha aiutato a crescere, ha fatto molti sacrifici e gli sono molto grato per quello che ha fatto. Mi ha permesso di vivere il mio sogno e continuare a crescere nel Chelsea. Non sarei qui senza mio padre e senza i suoi sacrifici".

Inoltre, Anjorin ha parlato dei suoi inizi con la maglia del Chelsea e dell'importanza di avere Lampard come allenatore ai Blues: "Quando ero al Chelsea con Pulisic, Tomori, Abraham, il livello era molto alto e questo mi ha costretto a giocare ad un livello molto più alto. L'atmosfera era fantastica, tutti si divertivano a giocare. Al Chelsea ho avuto Lampard come allenatore, ha una grande conoscenza del gioco ed ha avuto una grande carriera come calciatore, è stato molto importante e molto bello averlo li ad aiutarmi. Mi sento davvero fortunato ad averlo avuto come allenatore. La forza mentale per noi calciatori è molto importante perchè siamo sempre sotto ai riflettori. La Premier League a differenza della Serie A è più altalenante e veloce. La Serie A, invece, è più tattica e bisogna aspettare il momento giusto per attaccare. Forza Toro".