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Torino, Pedersen sta mostrando costanza: manca però l’aspetto offensivo

Piero Coletta
L'esterno sta mostrando una discreta continuità e anche tanto impegno. Il dato offensivo però non sorride

Marcus Pedersen ha trovato molto spazio in questa prima parte di stagione al Torino. Continuità, impegno, fiducia dell’allenatore. Tutto vero, nessuno può negare come il giocatore sia diventato centrale all'interno del 3-5-2 di Marco Baroni, tanto da essere uno dei più utilizzati all'interno della rosa granata. Tra tutte le competizioni infatti risulta essere il quinto elemento per minutaggio, con 1075 minuti raccolti. La crescita è evidente, l'impegno anche e anche le doti fisiche balzano all'occhio, dato che si tratta di un elemento dotato di discreta velocità. Però c'è un dettaglio, non da poco, in cui l'ex Sassuolo dovrebbe fare un passo oltre: i numeri offensivi. Quelli, di certo, non  spiccano.

Pochi assist e contributo quasi nullo in area

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Nel 3-5-2 la figura degli esterni è chiave per gli equilibri sia difensivi che offensivi della squadra. Un pendolino necessario affinché un più grande ingranaggio possa funzionare. Ecco, da questo punto di vista Pedersen pecca e non poco sul dato offensivo. Dati di Sofascore alla mano, l'impegno e il rendimento del giocatore sono buoni, la media voto è pari a 6.57 e la conferma arriva anche dalle volte in cui è partito titolare: 13 su 14.

Però il suo apporto offensivo alla manovra resta praticamente nullo. La heat map, prima di tutto, evidenzia come il giocatore si faccia vedere davvero poche volte in area di rigore e già questo conferma la poca pericolosità del norvegese. A tal proposito resta indicativo anche il numero di grandi occasioni create, che sono appena due. Non sorride nemmeno il dato dei tiri per partita, 0.57, così come la percentuale dei dribbling riusciti, ovvero del 46.7%. Sorride invece la statistica sui cross, dove il giocatore ha una media di 4.00 traversoni. Ma anche qui, c'è un risvolto negativo. Il primo assist di Pedersen risale addirittura alla più recente sfida contro il Genoa vinta per 2-1. Dopo una stagione e mezza l'ex Sassuolo ha messo la sua firma in una gara dei granata. Questo significa che anche la pericolosità dei cross va rivista. Arriva spesso e volentieri in fono, ma non contribuisce in maniera significativa all'azione offensiva e segna ancora meno.

Il prossimo step: l'incisività

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Sicuramente rispetto alla passata stagione c'è stato un netto passo in avanti da parte di Pedersen. Il norvegese si è preso il posto da titolare e dà garanzie a livello fisico e atletico. L'aspetto che però pesa terribilmente è quello offensivo. In un era calcistica come questa, dove abbondano i moduli con la difesa a tre e gli esterni a tutta fascia, l'apporto sulle corsie laterali diventa necessario per alzare il livello. Il Torino pecca in fase offensiva: segnano poco gli attaccanti, segnano ancora meno gli esterni e altri elementi. Il prossimo passaggio di Pedersen dovrà passare per forza per una maggiore presenza in fase offensiva, sia dal punto di vista delle conclusioni che in fase di rifinitura.