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Toro, all’Olimpico progressi per Ngonge e Aboukhlal

Matteo Curreri
Ngonge più concreto e meno lezioso, Aboukhlal incisivo dalla panchina: Baroni ritrova segnali positivi dai due esterni

La vittoria a Roma firmata Simeone, in un momento in cui l’estate lascia spazio all’autunno, per il Toro potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova primavera. I problemi non mancano, così come resta ben visibile il cartello work in progress all’ingresso del Filadelfia. Ma dopo un avvio zoppicante, con lo 0-5 di San Siro e lo 0-0 con la Fiorentina a lasciare strascichi anche ambientali, serviva una risposta. E la squadra di Baroni l’ha data con una prova solida, senza mai andare davvero in difficoltà, ritrovando il primo gol stagionale, la vittoria all’Olimpico e quella in trasferta che mancavano da tempo. Un successo che restituisce fiducia anche al lavoro del tecnico, alle prese nei suoi primi 100 giorni sotto la Mole con diverse gatte da pelare. A Roma i segnali incoraggianti sono arrivati non solo dal collettivo, ma anche da singoli finora sottotono. Su tutti Cyril Ngonge e Zakaria Aboukhlal, che al 63’ si sono dati il cambio a destra, entrambi protagonisti di prestazioni in crescita in una giornata dai risvolti più che positivi.

Ngonge cresce: meno leziosismi, più sostanza

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È arrivato a Torino a un mese esatto dall’inizio del campionato, al termine di una lunga ed estenuante telenovela di mercato. Una priorità per Marco Baroni, che nell’idea iniziale di giocare con il 4-2-3-1 lo considerava un tassello fondamentale, avendolo già allenato a Verona nel 2023. Ma Ngonge non si è presentato nelle migliori condizioni per calarsi pienamente nella nuova realtà. In un anno e mezzo a Napoli aveva collezionato poche presenze, soprattutto sotto la gestione di Antonio Conte, e in estate non aveva preso parte alla preparazione di Dimaro. Così a Torino è arrivato indietro di condizione: “Lo stiamo cercando di ricondizionare il più in fretta possibile”, aveva spiegato Baroni pochi giorni dopo il suo arrivo.

Le prime settimane lo hanno confermato: un giocatore in ritardo e ancora alla ricerca di sé stesso. “Al Napoli ha vinto e ha affiancato tanti campioni, al Torino ha una grande occasione per giocare. Sta a lui sfruttarla”, aveva aggiunto Baroni alla vigilia di Inter-Torino. Ma i primi tre impegni ufficiali hanno restituito un bilancio deludente: inconsistente, poco preciso, a tratti lezioso e dunque inoffensivo.

Contro la Roma, però, si è visto un cambio di passo. Il belga è apparso in ripresa, più concreto e disponibile al sacrificio, capace di mettere da parte i preziosismi per offrire una prova di abnegazione anche in fase di non possesso. In più è stato protagonista dell’appoggio che, nel triangolo con Simeone, ha condotto all'azione personale vincente del Cholito. Un segnale importante: il borsino di Ngonge è in crescita e, riprendendo le parole di Baroni, sembra ora più pronto anche mentalmente per sfruttare l’occasione che l’esperienza granata gli offre.

Aboukhlal, subentrato con l'atteggiamento giusto

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Ngonge, al 63’, ha lasciato spazio a Zakaria Aboukhlal. L’olandese-marocchino, a differenza dell’ex Napoli, si è presentato subito in ottime condizioni fisiche, forte del lavoro svolto con il Tolosa. Non a caso, dopo poche ore dal suo arrivo, era già in campo a La Turbie nel doppio confronto con il Monaco. In Costa Azzurra aveva subito ben impressionato, mostrando dribbling, voglia di incidere e andando vicino al gol. Da Valencia in poi, però, è emerso anche il lato più fumantino del suo carattere. Contro il Modena ha offerto una prestazione insufficiente, sbagliando quasi tutto e spingendo Baroni a sostituirlo all’intervallo. Poi, con il passaggio al tridente e la scelta di Vlasic a sinistra, Aboukhlal si è ritagliato solo qualche spezzone: 41 minuti complessivi in cui non è riuscito a incidere. A Milano, in una serata in cui era difficile subentrare, ha comunque avuto opportunità per colpire in ripartenza, ma si è perso in conclusioni prevedibili. A Roma, invece, “il Cobra” non è ancora riuscito a mordere e sprigionare il suo veleno, ma ci è andato vicino con l’occasione del possibile 2-0, fermato solo da Svilar. È entrato comunque con il giusto atteggiamento, diventando un fattore soprattutto nelle ripartenze. Ha rischiato prendendo un giallo per un intervento duro, ma la pressione offensiva, la cattiveria e l’attitudine mostrate possono rappresentare un buon punto di partenza.

Ngonge e Aboukhlal, segnali positivi ma futuro in bilico

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I buoni segnali di Ngonge e Aboukhlal potranno ora essere testati di settimana in settimana, con l’obiettivo di trovare continuità e contribuire con il loro talento offensivo a rendere il Toro più pericoloso ed efficace in zona gol. Baroni concederà loro spazio nel tridente, scegliendo di volta in volta se schierarli nel 4-3-3 o nel 3-4-3 visto a Roma. Ma in futuro gli equilibri potrebbero cambiare. “Ho iniziato come punta, ruolo che potrei ricoprire pure adesso. Sono un giocatore polivalente”, ha dichiarato recentemente Cyril Ngonge. È però evidente che Baroni abbia altri profili in mente per il ruolo di centravanti, avendo a disposizione Giovanni Simeone, Ché Adams e Duvan Zapata. Proprio il ritorno a pieno regime del colombiano aprirà un dilemma tattico, con la possibilità di adottare le due punte. A quel punto sarà da capire come Baroni gestirà gli esterni, che in breve tempo rischiano di passare da pedine imprescindibili – in un mercato costruito per il 4-2-3-1 – a potenziali riserve di lusso.