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Toro, un assetto difensivo non da Europa: viaggio al centro della crisi

Approfondimento / Il Napoli, nel match di ieri, ha mostrato sul campo una netta superiorità segnando 5 gol e creando molto. La difesa del Toro è apparsa però ancora una volta troppo vulnerabile

Nicolò Muggianu

Prima la Samp, poi la Juve avevano messo in evidenza le gravi lacune del reparto difensivo granata. Ieri il Napoli, con 5 gol in 90', ha dato il colpo di grazia alla squadra di Mihajlovic rendendo evidente a tutti come ci sia più di qualcosa che non va.

NUMERI IMPIETOSI - I numeri della difesa granata sono tutt'altro che rassicuranti e non rispecchiano di certo i valori di una squadra che ambisce a un piazzamento in Europa. Dopo le ultime 3 giornate il reparto arretrato è sotto accusa. Sono 10 i gol subiti dai ragazzi di Mihajlovic che, nonostante un buon Joe Hart, si sono fatti "bucare" dagli avversari con troppa facilità. Le reti subite da inizio anno, ora, ammontano a 27 e mettono il Toro al livello difensivo di squadre come Cagliari, Crotone, Pescara e Palermo che hanno obbiettivi ben diversi da quelli dei granata. Nonostante le novità del tecnico serbo nell'undici titolare, l'inserimento di Moretti e De Silvestri, la situazione non è affatto migliorata. Anzi, il Toro è apparso ancor più vulnerabile subendo 3 gol nei primi 22' da un Mertens in versione "supereroe" e mostrando una scarsa capacità di reazione nell'immediato.

1 VS 1 - E' venuta poi a galla la scarsa attitudine dei difensori granata ad affrontare un uno contro uno ad alto coefficiente tecnico. La causa principale di questo, come si era già visto nel derby, è la differenza di caratteristiche fisiche tra i difensori del Toro e gli attaccanti avversari. "Ci mancano chili e centimetri - aveva detto Mihajlovic nella conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Torino - "Ma i nostri difensori sanno bene che devono accettare l’uno contro uno". E' chiaro però che nelle ultime due giornate, contro Juve e Napoli, la difesa granata ha subito questa situazione eccessivamente. Si sarebbe potuto, e dovuto, fare qualcosa di diverso per cercare di arginare i testa a testa della difesa con i giocatori avversari più pericolosi. Non serviva certo la sfera di cristallo per cogliere il momento di forma straordinaria di Mertens che, tra Lisbona e Cagliari, era reduce da 4 gol in meno di 180'. Gli azzurri hanno segnato 13 gol nelle ultime 3 di campionato e il Toro non è stato in grado di interpretare la fase difensiva subendo una vera e propria "imbarcata". "Il momento più brutto è quando dobbiamo decidere le marcature. Vorrei che quel momento non arrivasse mai" aveva concluso in conferenza Mihajlovic. Ma forse la verità è che accettare l'uno contro uno, almeno con questi interpreti e contro avversari di questo livello, non è sempre la soluzione giusta.

RICOMINCIARE - Il reparto difensivo ieri al San Paolo è naufragato, non c'è dubbio, ma tra tutta questa oscurità si è intravisto un raggio di Sole. Rossettini, dopo un buon derby, ha offerto un'altra prestazione del tutto rispettabile condita anche dal primo, seppur inutile, gol in granata. Il centrale dalle lunghe leve, nonostante il duro parziale, ha continuato a lottare senza mai mollare. Buoni segnali dunque. Dal salvataggio sulla linea in extremis su Mertens, poi spinto in rete dal belga, fino a gol, Rossettini si è messo ancora una volta in evidenza come leader difensivo e fulcro da cui prendere esempio, almeno dal punto di vista dell'atteggiamento.

Il problema è evidente, ma i margini per migliorare e rialzarsi in fretta ci sono. Il parziale rimediato al San Paolo è duro ma ha "sbattuto" la realtà in faccia a tutti. Variano gli interpreti ma il risultato non cambia. Toro, se vuoi arrivare in Europa, la difesa è da rivedere.

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