Le voci

Vojvoda racconta: “Sono andato a Superga da solo e ho capito cos’è il Toro”

Redazione Toro News

Sei fidanzato?

“No, sono single”.

Ti piace il Fantacalcio?

“All’inizio quando sono arrivato non sapevo, e ricevevo tantissimi messaggi. Poi i compagni di squadra, tra cui Djidji e Lukic, me lo hanno spiegato. Ci sono anche dei calciatori che ci giocano. Una volta ho preso un giallo e ho preso dei cazziatoni. Ora ho capito come funziona e so che devo fare bene, anche io se non gioco al Fantacalcio. E per questo non prendo più cartellini gialli! Quando ho fatto assist per due settimane di fila ho ricevuto complimenti. Il fisioterapista Paolo mi mette sempre pressione. Qualche giocatore del Toro è appassionato: Zaza, Belotti, Pobega. Anche il Gallo, sì. Non so però se lui si sia preso”.

In squadra hai un soprannome?

“So che è difficile il mio nome per un italiano, quindi non sto a riprenderli. La pronuncia comunque è merghim voivòda. Juric è il primo che sbagliava il nome e mi chiama Megrim. E adesso tutta la squadra mi chiama così”.

Chi è il più simpatico nello spogliatoio?

“Io mi trovo bene con tutti ma quello che fa più ridere è Izzo. Anche Ansaldi è uno che ha sempre la gioia di vivere. Ma il più simpatico è Izzo. Oggi è il suo compleanno. Armando, ti abbraccio fratello, ti voglio bene, tanti auguri”.

Quanto ti sta aiutando Ansaldi nel tuo percorso di crescita?

“A me piace parlare con lui in particolare perché ha tanta esperienza. Parlo tanto con lui. Ad esempio gli chiedo quando devo fare il dribbling e quando devo giocare semplice. Lui è un grande uomo perché trova sempre il tempo di spiegare le cose a chi è più giovane”.

Che rapporto c’è con Juric?

“Io sono un professionista e non mi apro troppo con gli allenatori, sono riservato. Ma quando lui parla prendo appunti. E cerco di fare sul campo quello che mi chiede. Se lui dice che una cosa va bene, va bene. Lui prova a insegnarci tante cose”.

C’è stato un gesto in particolare da parte sua che ti ha dato la carica?

“Una volta mi ha abbracciato e mi ha detto che sono un suo soldato. Mi ha fatto piacere. Si vede che ha capito che io do tutto per l’allenatore e per la società”.

Gli allenamenti son faticosi?

“Mamma mia. Tanto, ma è la strada giusta. Bisogna sempre andare forte. E’ il primo mister che ho conosciuto che è così. La nostra mentalità è quella di lavorare sempre”.

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