Che cosa ha rappresentato per Gasperini in carriera? "Quando sono arrivato all'Atalanta avevo già 10 anni di carriera in Argentina e in Colombia ma Gasperini mi ha insegnato i suoi concetti nuovi e allora ho dovuto cominciare da capo. Una volta che li ho imparati ho fatto tantissimi gol. Mi sento di poter tornare e far vedere ancora il valore che ho, è uno dei miei obiettivi".
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Zapata: “Posso tornare quello dei 20 gol. Mi sento ancora tra le punte più forti”

Cosa ti piace dell'Italia? "Io sono stato a Napoli poi qua nel Nord tra Udine, Genova, Bergamo e ora qua a Torino quindi ho conosciuto un po' ogni posto la diversità che c'è in Italia come vigneti e gastronomia. Questa è una cosa che mi piace perché è un po' come in Colombia che è così differente come flora e fauna, dipende dove vai e si trovano accenti o gastronomia diversi. Io abitavo in un quartiere di classe media, i miei genitori non mi hanno fatto mancare mai niente, non avevamo lussi ma le cose basiche".
Da bambino che calciatore eri e come hai iniziato a giocare? "Ho iniziato a giocare nei quartieri per strada e poi sono entrato in una squadra del quartiere. Quando hanno visto che ero bravo mi hanno chiesto i diritti però mio padre non voleva, mi voleva portare in una squadra professionista. Nella mia città ce ne sono due e sono andato in quella che io tifo, l'America di Cali".
Prima hai giocato due anni in Argentina con l'Estudiantes e c'era anche Juan Sebastian Veron, che ricordi hai? "Io giocavo con lui alla play e mi imponeva tanto rispetto, mi ricordo che io avevo 20 anni. Siamo stati insieme due anni ed era un esempio da seguire, tutte queste cose in un futuro come a me adesso possono servire".
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