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Torino, il punto sul futuro di Belotti: tante parole, pochi fatti

La situazione / Tanti sondaggi, diretti o indiretti, nessuna offerta ritenuta seria dal Torino. E il Gallo lo sa bene: per andare via, ne deve valere la pena

Gianluca Sartori

"L'argomento che terrà banco da qui ai prossimi due mesi - ma già da settimane, ovviamente, se ne parla - è il futuro di Andrea Belotti, il nome nuovo del calcio italiano, centravanti del Torino e della Nazionale. Ad oggi - ed è giusto sottolinearlo: nel calciomercato le cose possono cambiare repentinamente - non ci sono novità di rilievo se non sondaggi più o meno diretti, provenienti soprattutto da Oltremanica.

"Tante chiacchiere, insomma, pochi fatti. Almeno sino ad oggi. Come ha fatto capire il DS del Toro Petrachi ieri sera in televisione, per una partenza di Belotti verso un'altra squadra italiana al momento non se ne parla. Se il Gallo è l'oggetto del desiderio di tanti, tifosi del Milan in primis, per ora sembra destinato a restare tale. L'unica squadra che economicamente avrebbe la forza di intavolare un discorso col Torino è la Juventus, ma ha già un certo Higuain. Dall'estero, c'è chi sta studiando la famigerata clausola da 100 milioni: in primis il Manchester United di Mourinho che potrebbe perdere Ibrahimovic e Rooney, poi il Chelsea di Antonio Conte, che si dice gradisca molto il giocatore. Si può dire che c'è chi sta prendendo in considerazione l'opzione - il Gallo è del resto un giocatore che starebbe bene in qualsiasi squadra - ma ancora non ci sono state offerte serie e ritenute degne di essere prese in considerazione.

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"Intanto il tempo passa: il ragionevole sospetto è che se qualcosa deve succedere, i primi tasselli devono essere mossi entro il mese di maggio. Per prelevare Belotti è infatti necessaria un'operazione che non si improvvisa dall'oggi al domani e che deve essere mirata ad acquisirlo per farne un cardine di un progetto sportivo. Nel frattempo, il Torino si coccola il giocatore, dandogli anche l'alto compito di leggere i nomi del Grande Torino a Superga, e gli ripete pubblicamente e non che la cosa migliore è rimanere ancora un anno. Consapevole che il ragazzo è uno di quelli che per arrivare dove è ora, è passato anche da momenti difficili, e dunque ha la testa e la lucidità per non fare scelte avventate.