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Torino: per puntare all’Europa, serve “allungare” la panchina. Società all’opera

In entrata / Da cinque partite Mihajlovic schiera lo stesso undici di partenza, necessario alzare ulteriormente l'asticella: i cambi non devono incidere sulla qualità del gioco

Federico Bosio

"Il Torino esce dal derby sconfitto, ma in preda ad un vortice di emozioni anche contrastanti che portano a galla anche - tra le altre cose - parecchi interrogativi e qualche scomoda verità. Quel che è evidente ed ormai innegabile, è che la formazione granata ha ormai da tempo trovato il proprio assetto definitivo e che però questa di per se positiva notizia può comportare anche risvolti spinosi: più di una volta ad inizio stagione, nel corso dei primi mesi, Mihajlovic ha menzionato e ribadito di avere a disposizione 22 titolari tra i quali poter decidere chi mandare in campo, tutti all'incirca allo stesso livello.

"Quel che è ormai evidente, è che questi 22 titolari di fatto non esistono più: a testimonianza di questo, Mihajlovic stesso da cinque incontri di campionato - ovvero contro Cagliari, Crotone, Chievo, Sampdoria e Juventus - ha sempre schierato lo stesso undici iniziale fatta eccezione per la trasferta dello Scida quando Moretti ha sostituito Barreca sulla corsia sinistra, si è trattato tuttavia di un cambio forzato poichè il giovane azzurrino non venne neanche convocato causa attacco febbrile. Chiaro è, dunque, che per differenti motivazioni coloro che non si sono ritrovati a far parte di questo schieramento ormai fisso, non vengono nei fatti ritenuti all'altezza dei compagni: la differenza in effetti è stata innegabile, nel match contro il Pisa, in cui - pur con tutte le attenuanti del caso, in primis l'aver giocato in una formazione completamente nuova di zecca - molte seconde linee non hanno soddisfatto appieno le aspettative.

"Se la formazione a questo punto definibile senza remora 'titolare' mette in mostra ed esalta evidenti qualità, e rappresenta quindi una maiuscola nota positiva, non lo stesso si può dire di questa mancata alternanza. Il campionato, in particolare in Serie A, è lungo e tante volte logorante: per puntare all'Europa League, non nascosto obiettivo stagionale del Torino, delle alternative valide servono senza ombra di dubbio. Se le seconde linee attualmente in rosa non sono ritenute del tutto all'altezza è chiaro che nel mercato di gennaio sarà necessario intervenire per sopperire a queste mancanze ed elevare così ulteriormente il livello dell'organico. Su questo, tutte le componenti della società hanno convenuto.

"Non riserve, ma alternative a tutti gli effetti: giocatori che possano giocarsi il posto da titolare costantemente e che anche partendo dalla panchina siano in grado di garantire davvero un mantenimento del livello del gioco sui ritmi precedenti. Si tratterebbe di un elemento assolutamente positivo anche in ottica di una stimolazione verso coloro che attualmente hanno la maglia 'facile'. I ruoli in cui queste pedine sarebbero necessarie non sono difficili da immaginare e sono quelli ormai da tempo chiacchierati: innanzitutto un difensore che innalzi la qualità del reparto in fase difensiva ma anche sui calci piazzati a favore. Poi un esterno offensivo che sia in grado di sostituire Ljaijc o Falque, facendo tirare il fiato ad uno dei due quando necessario e portando nuovo estro all'ingresso in campo.

"Allo stesso modo - e forse ancor più - può essere necessario un centrocampista dalle sviluppate doti tecniche: Acquah può risultare decisamente utile come elemento di fisicità in mediana, ma quando Baselli o Benassi lasciano il terreno di gioco per fare spazio alle altre mezzali oggettivamente il piano del gioco si abbassa notevolmente. Il livello della rosa granata è importante e l'organico è competitivo, ma la lotta per le posizioni europee è serrata e riguarda parecchie squadre: obiettivo da conquistare veramente attraverso la collaborazione di 22 possibili titolari. La società granata lo sa, da Cairo in giù e il mercato, pur aprendo ufficialmente solo ai primi di gennaio, è di fatto già iniziato, col DS Petrachi impegnato a scandagliare un mercato di gennaio che non sarà facile - vista e considerata la presenza del limite della rosa a 25 da tenere sempre presente - per regalare a Mihajlovic giocatori che possano migliorare la squadra.