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Torino, Mihajlovic: “Rosa da migliorare in diversi punti. Abituarsi alla pressione”

Le parole / Il tecnico granata parla a La Repubblica: "I giovani? Se non giocano con continuità non diventeranno mai forti"

Redazione Toro News

Sinisa Mihajlovic, il tecnico del Torino, ha concesso un'intervista a La Repubblica. Ecco i passaggi principali:

"Con i giocatori giovani serve solo un po' di coraggio. Se non li fai giocare non potranno diventare forti. Per me conta il campo, non l'età: di giovani ne ho lanciati già molti, da ct della Serbia facevo giocare ragazzi di 18, 19 anni. È questione di mentalità: alcuni allenatori non rischiano perché poi magari le cose non vanno bene, ti mandano via e un altro arriva a raccogliere i frutti del tuo lavoro. Io non sono così. Per me lanciarli è motivo di orgoglio".

Dal Milan di Donnarumma al Torino dei tanti giovani: Sinisa Mihajlovic si sta dimostrando un 'maestro' per le giovani speranze del calcio italiano. "Li stiamo già facendo giocare, non saranno sorprese, ma devono migliorare e confermare il loro valore: da Barreca a Lukic e Boye. E quelli già noti: Baselli, Benassi, Belotti non contiamolo più".

Il calciomercato è ormai alle porte, con il Toro che sarà molto attivo: "Il Torino non si può permettere fuoriclasse in grado di cambiare il rendimento della squadra, ma possiamo puntare a migliorare la rosa in diversi punti e solo dalla somma di quei piccoli miglioramenti deriverà un beneficio. Servono personalità ed esperienza".

Il suo Toro, assicura, è "al 50%: ci sono ampi margini di miglioramento". E cioè, " applicare di più e meglio i principi di gioco e i principi morali: applicare i nostri schemi, rispettare la maglia, i tifosi e la storia di questo club con impegno e dedizione. Ovvero, il Dna del Toro". Il cui obiettivo resta l'Europa: "Sì, i miei giocatori devono abituarsi alla pressione, allo stress da vittoria che può creare ansia".

Mihajlovic ha ricevuto da Galliani un sms di ringraziamento dopo la parata decisiva di Donnarumma per la vittoria rossonera in Supercoppa. "Quella sera ero a Roma con la mia famiglia. Galliani dopo la vittoria mi ha ringraziato. Evidentemente, qualche merito ce l'ho anche io... Sono contentissimo per i giocatori del Milan". Il tecnico torna sul lancio del predestinato portiere: "L’avrei fatto giocare già dopo il mio primo mese al Milan: fortissimo. Avevo un dubbio sulla sua tenuta psicologica. Lo chiamai e gli chiesi se se la sentiva, lui disse di sì, gli spiegai che poteva anche sbagliare, finché sarei stato in panchina sarebbe stato il portiere titolare del Milan. Lo feci esordire contro il Sassuolo. Vincemmo e parò bene, fece solo un errore prendendo gol sul suo palo. Ma, e questo lo rende speciale, impara in fretta: non ripete mai lo stesso errore".

Un paragone tra Cairo e Berlusconi? "Con Cairo sto avendo maggiore sintonia. Ma sono due presidenti che stanno vivendo un periodo diverso della loro vita".