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Juventus, nuovo fronte nell’inchiesta Prisma: occhi sulla “carta Mandragora”

Juventus, nuovo fronte nell’inchiesta Prisma: occhi sulla “carta Mandragora” - immagine 1
Presenti anche scritture private con l'Atalanta relative a 14,5 milioni di euro non messi a bilancio

Redazione Toro News

L'Inchiesta Prisma legata alla Juventus, la cui udienza preliminare è fissata per il prossimo 27 marzo, è pronta ad aprire nuovi fronti. I magistrati di Torino starebbero infatti investigando su possibili accordi segreti che la società bianconera avrebbe preso con altri club, per acquisti e cessioni di calciatori, difformi da quelli depositati in Lega. Contratti occulti per riuscire a far quadrare i conti dei bilanci. L'accusa verso l'ex Presidente Andrea Agnelli e il suo vice Pavel Nedved sarebbe quindi quella di falso in bilancio e false comunicazioni sociali.

Inchiesta Prisma: il caso Mandragora e le scritture private con l'Atalanta

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Nel mirino dei magistrati ci sarebbe il caso Rolando Mandragora, il quale, nell'estate del 2018 passò dalla Juventus all'Udinese per 20 milioni, garantendo così una plusvalenza di 13,7 milioni alla società di Agnelli. Il contratto prevedeva una clausola facoltativa di «recompra» a 26 milioni da esercitare entro il 2020, ma egli fu ricomprato per 10 milioni + 6 di bonus, nonostante la rottura del ginocchio del giocatore, e poi lasciato in prestito ai friulani. Per i pm, parallelamente al contratto depositato in Lega in cui si parlava di «facoltà» di riacquisto, la Juve avrebbe sottoscritto un secondo accordo segreto con «obbligo» di riacquisto.  L’operazione avrebbe permesso alla Juventus di iscrivere nel bilancio 2019 la plusvalenza e di non iscrivere il debito di 26 milioni. In una mail del 10 luglio 2020 in cui Claudio Chiellini, capo dell’area prestiti della Juve, elenca le cifre ancora dovute a club e agenti, si nota la scritta "26 milioni" al fianco della voce Udinese, la quale sarebbe traccia di tale debito. Sempre inerenti a questa situazione, esisterebbero scritture private con l'Atalanta per 14,5 milioni di euro non messi a bilancio, che riguarderebbero impegni di riacquisto (non specificati nei contratti depositati in Lega) per Mattiello (4 milioni), Muratore (4 milioni), Caldara (3,5 milioni) e Romero (3 milioni).