tor campionato Napoli, missione conferma: a Torino parte il tour de force

L'AVVERSARIO

Napoli, missione conferma: a Torino parte il tour de force

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Gli azzurri aprono contro il Toro una serie di sette partite in ventidue giorni: Conte cerca risposte sulla tenuta del gruppo tra campionato e Champions
Matteo Curreri

Dopo la conquista del quarto scudetto, l’obiettivo del Napoli in questa stagione è quello di confermarsi, come non è mai accaduto nella sua storia, ma anche di alzare l’asticella. Il termometro non può che essere la Champions League. Per questo gli azzurri sono stati protagonisti di una campagna acquisti di spessore: Beukema, Lang, Lucca, Marianucci, Milinkovic-Savic, Højlund, Elmas e, ovviamente, Kevin De Bruyne, il fuoriclasse che permette di essere ancora più ambiziosi. Un roster ampio, costruito per rendere gli azzurri competitivi in tutte le competizioni. Alte aspettative circondano i partenopei, che proprio in questo momento della stagione si giocheranno gran parte della loro credibilità su entrambi i fronti. Da sabato, contro il Torino, a domenica 9 novembre, giocheranno sette gare in ventidue giorni: un tour de force che mostrerà lo stato del gruppo affidato a Conte.

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Difesa da registrare: tra infortuni e nuovi equilibri

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Il Napoli, quest’estate, ha optato per una seconda rivoluzione. Con l’arrivo dell’ex granata Vanja Milinkovic-Savic si è innescato un sano dualismo con Alex Meret, il portiere dei due scudetti, che finora si sono divisi equamente le partite con quattro gettoni a testa. Rispetto alla scorsa stagione, la difesa sta incontrando qualche difficoltà. La miglior retroguardia dei cinque principali campionati europei dell’annata passata ha dovuto infatti adattarsi a diverse assenze per infortunio: prima Rrahmani, fermato in nazionale, poi Buongiorno, reduce già da un lungo stop. Così Conte ha dovuto schierare una difesa inedita con il caposaldo Juan Jesus e gli inserimenti graduali di Beukema e Marianucci. Le buone notizie arrivano dalla possibile convocazione di Buongiorno per la sfida contro il Torino, anche se è probabile che Conte non lo rischierà. L’obiettivo è invertire la tendenza di un dato che parla di nove gol subiti in sei partite.

Sulle fasce ha iniziato alla grande. Spinazzola, che con grande impegno è riuscito a tornare su alti livelli, tanto da riconquistare un ruolo importante in Nazionale. Di Lorenzo resta una certezza: è l’unico giocatore del Napoli ad aver disputato tutti i 540 minuti delle prime sei gare di Serie A.

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I "Fab Four", il motore del Napoli

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Il gioco azzurro trova un punto di forza nei cosiddetti Fab Four: i fondamentali Anguissa, Lobotka e McTominay, con la nuova aggiunta rappresentata da Kevin De Bruyne. Per farli coesistere, Conte alterna il 4-3-3 a un 4-1-4-1. Anguissa e Lobotka restano due elementi imprescindibili, e l’assenza dello slovacco, uscito malconcio dall’impegno con il Genoa, crea più di qualche grattacapo al tecnico, che dovrà puntare su Gilmour. Conte deve ancora trovare una collocazione definitiva per McTominay, che parte più largo a sinistra (o da mezzala nel 4-3-3) per poi farsi trovare pronto in area con i suoi inserimenti. Lo scozzese è il giocatore con più minutaggio della rosa (681 minuti) e con più tiri totali (16), oltre a essere secondo per dribbling riusciti (7). Eppure è apparso leggermente in ritardo di condizione e meno efficace sotto porta, essendo fermo a una sola rete. McTominay sembra dover ancora adattarsi all’arrivo della nuova stella, Kevin De Bruyne, con il quale spesso finisce per pestarsi i piedi a causa di movimenti simili.

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KDB, che numeri in trasferta!

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Il belga ha già lasciato il suo marchio sulla squadra: è infatti il primo centrocampista ad andare in gol in tutte le prime tre gare esterne di Serie A a partire dal 2000, segnando contro Sassuolo, Fiorentina e Milan. Proprio San Siro è stato teatro di un battibecco plateale con Antonio Conte che, come noto, non fa eccezioni di fronte a nessuno: “Mi auguro fosse contrariato per il risultato. Se è per altre questioni, con me ha sbagliato persona”, aveva dichiarato il tecnico dopo che KDB si era mostrato infastidito per la sostituzione, seguita a quella anticipata del ritorno a Manchester. Uno screzio risoltosi in fretta, con un “uomo avvisato mezzo salvato” e con l'ottimo ingresso con il Genoa che ha cambiato faccia ai suoi arrivando al successo in rimonta. A dimostrazione di sapersi già caricare, in poco tempo, la squadra sulle spalle.

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Hojlund, ottimo impatto del sostituto di Lukaku

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"Con Kevin è tutto più facile: io devo solo mettermi nella posizione migliore per ricevere la palla, poi quella arriva…”, e a dirlo è Rasmus Hojlund, reduce da tre reti nelle ultime due partite tra Champions e campionato. Un impatto devastante, e il suo apporto – ne è convinto Conte – può ancora crescere: “Højlund al Manchester United era finito in disparte. Ma ha margini di miglioramento enormi e deve semplicemente lavorare per crescere ancora”. Un’operazione che ha sicuramente “europeizzato” il Napoli, rispetto all’alternativa rappresentata da Lorenzo Lucca, arrivato per studiare da Romelu Lukaku, infortunatosi a ridosso dell’inizio della stagione. Sugli esterni è cruciale Matteo Politano, finora il giocatore che ha crossato di più nel nostro campionato (ben 38 volte) e, nel Napoli, il primo per dribbling riusciti (11) e curiosamente secondo per palloni recuperati (31), dietro Anguissa (36). L’ex Inter e Sassuolo si è anch’egli infortunato contro il Genoa, e potrebbe esserci spazio per Lang o per l’ex Elmas, passando così a un 4-2-3-1. Le soluzioni non mancano.

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Un Napoli più offensivo

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“Stiamo lavorando su concetti dai quali una squadra europea non può prescindere: portare una pressione molto aggressiva, rischiando anche qualcosa, e non consentire all’avversario di giocare la palla con facilità – affermava Conte a fine agosto –. Si cerca poi di implementare il gioco e il possesso.” Il Napoli è al primo posto per precisione nei passaggi (86%) ed è la seconda squadra, dietro l’Inter, per tiri in porta (69), al pari della Juventus, così come è seconda per occasioni create (63): tutti dati migliorativi rispetto al finale della scorsa stagione. Si può parlare, dunque, di un Napoli con l’intenzione di dominare le partite, più offensivo. Il percorso è ancora lungo, ma la direzione è chiara. Conte ha dato al suo Napoli un’identità precisa, più coraggiosa e internazionale, capace di imporre il proprio gioco e di tenere il pallino del match contro qualsiasi avversario. Ora serviranno continuità, maturità e quella cattiveria che fa la differenza nei momenti decisivi. Solo così il club potrà trasformare l’ambizione in realtà: difendere il tricolore e sedersi al tavolo delle grandi d’Europa.