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Che cos’è il Day of Days granata?

Nel Segno del Toro / Che cos'è il celebre Day of Days? A che cosa si riferisce una simile definizione? E perché nella storia del Torino è bene parlare non di uno, ma di tanti day of days disseminati in più di cent’anni di onorata e...

Stefano Budicin

Nel gergo sportivo, con Day of Days si è soliti intendere quel momento in cui un giocatore o un atleta compie un'impresa degna di essere tramandata ai posteri tanto è memorabile e leggendaria. Sono casi molto rari, sempre irripetibili, che cementano il legame tra squadra e spettatori e proiettano nell'immaginario comune tali gesti come fossero le gloriose peripezie di creature celesti, mitiche, divine. Nel caso del calcio, quante volte siamo saltati dalle nostre poltrone dopo aver visto un portiere bloccare un calcio di rigore giudicato impossibile da parare? Quante volte abbiamo pianto dopo aver mirato con il cuore impazzito un attaccante realizzare più reti in una stessa partita? Parlando di storia granata, poi, i momenti memorabili si sprecano. Ma qual è il Day of Days del Toro? Sarebbe meglio parlare di date molteplici, visto che la nostra squadra del cuore non si è mai risparmiata in quanto a momenti da consacrare nella leggenda.

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Il 18 settembre 1938, al Filadelfia, il portiere Aldo Olivieri, reduce dai Mondiali di Parigi, sta per affrontare "Memo" Trevisan, attaccante della Triestina. Calcio di rigore. C'è chi teme il peggio, chi rifiuta di guardare, chi dal canto suo tiene gli occhi incollati sui pali della porta e attende, dimentico di respirare. L'arbitro fischia, Memo Trevisan avanza e tira una vera e propria bomba, un dardo talmente potente che neanche il miglior portiere al mondo sarebbe capace di parare. Aldo Olivieri però non si scompone, scorge la traiettoria di arrivo della palla e, tenendo le braccia unite, devia il proiettile dalla porta mandandolo in corner. Neanche venti minuti dopo e la Triestina guadagna un altro rigore. A batterlo è di nuovo Trevisan, deciso a riscattarsi della sconfitta subita, piazza un altro missile dei suoi. Altro momento di pathos, altri respiri interrotti, il pubblico granata impallidisce.  E Olivieri? Capta l'arrivo del pallone e lo acchiappa con entrambe le braccia, stringendolo al petto come fosse un peluche. Il boato che si ode dagli spalti è assordante. Trevisan è senza parole, "Le mani fra i capelli, si sbraccia il malaccorto, con gesti di disperazione ed emette alti lai". E che dire del giorno in cui Luciano Castellini dimostrò al mondo di che pasta sono fatti i granata? Era il 27 giugno 1971, sul campo di Genova, in occasione dello spareggio per aggiudicarsi la Coppa Italia. Ad affrontarsi erano il Torino e il Milan, incagliati in uno 0-0 che Gianni Rivera sperò di volgere a suo favore con i rigori. Il fuoriclasse, nelle sue previsioni, non aveva fatto i conti con il fatto che in porta ci fosse Castellini. Su cinque rigori battuti, il portiere ne neutralizzò due e permise ai granata di aggiudicarsi la vittoria.

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I day of days sono tantissimi, e per ovvie ragioni è impossibile citarli tutti. L'ultimo che ho cura di ricordare è legato al poker centrato da Pietro Buscaglia in Coppa Italia. Il 19 gennaio 1936 si sta giocando la partita  Torino- Catania. Sotto la neve, Buscaglia, forte e vigoroso, totalizza sei gol portando il risultato finale a 8-2. Un risultato brillante, spietato, ineccepibile. E del resto, che altro ci si poteva aspettare da una squadra come il Torino, per cui non basterebbero seicento volumi per catalogare tutti i suoi Day of Days?

Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.

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