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A Torino, Juric ha dovuto fare di necessità virtù, esattamente come tutti gli altri allenatori del recente passato e molto probabilmente anche a quelli del prossimo futuro. A lui, però, lasciatemi dire, vanno i miei ringraziamenti. Certo, sarebbe stato bellissimo riuscire a fare qualche punto in più, alzare l’asticella, migliorarsi. Ma ci sono i limiti, troppi, di questa rosa e di questa società e pertanto, il mio giudizio deve tenere conto di tutto questo. Juric ha fatto il suo. Ha costruito qualcosa in mezzo a tante difficoltà. Poi, come tutte le storie che si rispettino, qualcosa si è incrinato in maniera definitiva. E allora, meglio chiuderla qua e lasciarsi senza troppi rimpianti per quello che poteva essere e non è stato.
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La qualificazione in Conference sarebbe servita eccome, checchenedicano alcuni. Partecipare ad una coppa europea avrebbe portato una ventata di aria fresca, sarebbe stata un volano. Perché è vero che i risultati latitano e la programmazione va a rilento, ma un’Europa, seppur estemporanea sarebbe stata un gentile cadeaux da prendere al volo. Ma a questa società mancano tante cose per avvicinarsi al plotone delle prime? Secondo me sì, molte di più di quanto non manchino alla squadra. Al nuovo tecnico verranno chiesti nuovamente miracoli, quando sarebbe giusto, fargli fare semplicemente il suo lavoro, allenare? Dal mercato sarà lecito attendersi una mezza rivoluzione? Domande a cui provo a dare qualche risposta.
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Io non credo sia corretto sostituire troppi giocatori, mi pare una contraddizione in termini e sinceramente penso sempre che puntellare con pochi innesti di qualità sia meglio di stravolgere radicalmente la squadra. Questa rosa ha prodotto un nono posto, nonostante tutte le difficoltà del caso, le lacune, gli infortuni e la panchina cortissima. Certo è che le cose, almeno numericamente, sembrerebbero differenti. Sono tanti i giocatori in bilico e saranno necessarie diverse valutazioni ma la sensazione è che molto, se non tutto, ruoterà attorno a cessioni più o meno pesanti. Torneranno i peones Seck, Radonjic e Karamoh, si punterà su Gineitis, scadranno i contratti di Lovato, Rodriguez e Djidji, sarà necessario rifondare il reparto portieri, trovare soluzioni offensive alternative a quelle in prestito, Okereke, o quelle che non hanno convinto come Pellegri. Per chiudere, diciamo che credo sia lecito attendersi molto dall’accordo con l’agenzia di scouting gestita da Pecini. Buon lavoro a chi si prenderà tutte queste brighe.
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Il rischio nemmeno troppo improbabile è che il nuovo allenatore dovrà fare del suo meglio con l’ennesima rosa incompleta. Anche per questo motivo, dico che il nome del tecnico ha un peso specifico non indifferente anche in ottica mercato. Inoltre, le vie del calciomercato sono infinite e sognare non costa nulla. Si può fare praticamente tutto, basta volerlo. E si può farlo anche a costi ridotti, con le idee, come insegnano i tanti esempi in giro per l’Italia e per l’Europa. Sognare continuiamo a farlo da anni, adesso però svegliateci che magari si combina qualcosa di buono. Ps. Grazie lo stesso Mister Juric, peccato per il finale davvero deludente.
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Ad un anno campione d’Italia, cresciuto a pane e racconti di Invincibili e Tremendisti. Laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Ho vissuto Bilbao e Licata e così, su due piedi, rivivrei volentieri solo la prima. Se rinascessi vorrei la voleé di McEnroe, il cappotto di Bogart e la fantasia di Ljajic. Ché non si sa mai.
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