Il pareggio con il Parma sancisce la dimensione da metà classifica del Toro di quest'anno, anche se ha il vantaggio di tenere lontana una diretta concorrente per la salvezza e nell'insieme il punto serve più ai granata che alla squadra di casa. Con buona pace dei commentatori (per fortuna ne sono rimasti pochi) che ancora si accaniscono per tenere accese illusorie speranze d'Europa, la squadra di Vanoli ha messo in mostra tutti i difetti di una rosa dai troppi limiti, che sta rendendo persino più di quello che vale. Con la poca legna che gli è stata messa a disposizione, il mister ha fatto finora il miglior lavoro possibile, e i sette punti nelle ultime tre gare sono il frutto di netti progressi tecnici e tattici. Purtroppo, le gravi lacune lasciate dal mercato estivo in zone cruciali del campo continuano a zavorrare ogni velleità che vada oltre la mediocrità.


Granata dall'Europa
Avanti piano
LEGGI ANCHE: Liberi di sbagliare
Aver sostituito Bellanova con Pederson ha aperto una voragine sia in fase difensiva che di attacco, costringendo la toppa Walu a fare un mestiere che non è il suo. A sinistra l'oggetto misterioso Sosa ha lasciato spazio a un Biraghi più adatto al ruolo, ma in condizioni di forma ancora precarie. Su Coco meglio stendere un velo pietoso, ma senza il rientro di Schuurs bisognerà già muoversi alla ricerca di un titolare per il prossimo anno. Messo finalmente in naftalina il costosissimo abbaglio Ilic, il centrocampo riesce a tenere botta grazie alla coppia Ricci-Casadei (che è facile immaginare durerà quanto il gatto di un famoso film), ma dietro di loro resta il vuoto pneumatico di due giocatori come Linetty e Tameze, di cui si vede poco l'utilità, con il solo Gineitis a offrire qualche speranza per il futuro. Sulla trequarti l'arrivo di Elmas ha dimostrato quanto Karamoh sia volenteroso ma inefficace. I tifosi fanno bene a lustrarsi bene gli occhi per il macedone finché possono, perché se si guarda ai diciassette milioni pattuiti, Elmas rischia di aggiungersi alla lunga lista di prestiti con diritto di non-riscatto degli ultimi anni. Davanti Adams canta e porta la croce, mentre Sanabria fa quello che ha sempre fatto in carriera: pochi gol e tante prestazioni altalenanti.
LEGGI ANCHE: La vittoria di Vanoli
Insomma, una volta raggiunta quota 35 e sostanzialmente sistemata la pratica salvezza, i tifosi si ritrovano proiettati dalla società per l'ennesima stagione nel purgatorio del vorrei ma non posso (o più precisamente non so fare). Il nostro campionato è già finito ad inizio marzo, e guardando alla rosa attuale si capisce già che mancano i mezzi economici per alimentare ambizioni di classifica migliori per il prossimo anno. La lista della spesa prevede tre titolari in difesa (laterale destro, sinistro e almeno un centrale) uno a centrocampo (nessun dubbio sulla partenza di Ricci), due sulla trequarti (restasse Elmas ne basterebbe uno, ma un investimento da 17 milioni per il macedone pare abbastanza improbabile) con l'aggiunta di almeno un giocatore d'attacco al posto di Sanabria che possa fare respirare Zapata (tutti speriamo torni alla grande) e Adams. Il tutto naturalmente assortito da giocatori di seconda fascia che garantiscano la doppia copertura per ogni ruolo.
LEGGI ANCHE: Così non VAR
Insomma, a tenersi bassi serviranno quei 70-80 milioni che la cessione di Ricci e Ilic (se finalmente qualcuno vorrà affondare il colpo) non potranno garantire. Venti anni sono un valido supporto statistico per immaginare invece il solito investimento alla tiriamo a campare, con gli occhi rivolti ai cordoni della borsa e non certo alla classifica. Insomma avanti piano in campionato e nelle ambizioni future, continuando lentamente a scivolare su un ininterrotto piano inclinato che induce inevitabilmente alla mediocrità. Per fortuna alla tifoseria granata poco importa di questo mesto stato delle cose ed è meraviglioso vedere come i sostenitori continuino a circondare di affetto Vanoli e la squadra, mentre cresce sempre più la distanza con una società che davvero sembra non meritarsi una tifoseria così unica e straordinaria.
Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore. Mi esprimo a titolo esclusivamente personale e totalmente gratuito.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA