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Granata dall'Europa

Come sopravvivere a questo Toro

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Torna l'appuntamento con "Granata dall'Europa", la rubrica di Michele Cercone: "Perché continuiamo questa lotta impari?"

Michele Cercone

Ci sono momenti in cui continuare a tifare questo Toro sembra impossibile. Un episodio a caso tra i tanti del recente passato: il rigore di Cerci regalato da una Viola in disarmo all'ultimo minuto e clamorosamente parato dal portiere di riserva. UEFA Europa League sfumata e tifosi in lacrime. Altro giro altra corsa, la semifinale di qualche giorno fa, sempre con la Viola. Squadra al trotto, nessuna vera voglia di vincere e ora guardiamo attoniti la Fiorentina imboccare l'autostrada per la finale, chiedendoci a quale casello abbiamo sbagliato l'uscita verso un'occasione storica. Il tutto, naturalmente, dopo un filotto di risultati indecenti con le ultime in classifica, che rende più che improbabile un posto in Conference. A spargere sale sulle recenti ferite si aggiunga che anche un settimo posto potrebbe ora non bastare più per l'Europa.

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In termini pugilistici noi tifosi abbiamo preso un uno-due al fegato, seguito da un uppercut al mento. Stesi al tappeto, groggy e pesti, viene da chiedersi perché continuare questa inutile battaglia. Presi in giro, snobbati da arbitro e pubblico, neanche al nostro angolo possiamo rivolgerci in cerca di conforto e aiuto: anche i nostri sembrano far di tutto per favorire l'avversario. Far gettare la spugna sarebbe comprensibile e logico.

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E però, accidenti a noi, quelle corde li' accanto offrono un appiglio. Una mano, poi l'altra, cerchiamo di rimetterci in piedi, pur consci che se ci rialziamo, ne prenderemo ancora. E alla fine con gli occhi pesti e gonfi come zampogne, ci ritroviamo tutti in mezzo al ring, la testa incassata tra le spalle e la guardia alta, a provarci ancora per un altro round.

Perché continuiamo questa lotta impari? Perché nel momento stesso in cui abbiamo accettato che il Toro entrasse per sempre nella nostra vita, siamo diventati i Templari di una Leggenda, e sappiamo di avere l'obbligo della memoria. Siamo i custodi della fiamma che neanche Superga è riuscita a cancellare, e che noi non lasceremo mai spegnere. Non importa quanti pugni dovremo prendere, quante volte dovremo andare ancora al tappeto: ci aggrapperemo sempre a quelle corde per tirarci su. Perché sappiamo che ognuno di noi porta in se' una scintilla della Leggenda, e che ogni singolo tifoso del Toro ne è il custode più prezioso.

Tutto quello di vero e di bello che il calcio rappresenta è scritto nel nostro DNA granata continuerà a vivere in noi, contro tutto e tutti. Sono passati i Borsano, i Cimminelli, i Romero. Passerà anche Cairo, con il suo carico di storia mai scritta e i rimpianti di tante occasioni sprecate. In mezzo a queste tempeste noi saremo sempre dritti a prua, faccia alle onde. E neanche quelle più alte potranno spegnere il fuoco che ci arde dentro.

E adesso scusatemi, fratelli di Toro, devo lasciarvi. A mille chilometri da Torino, una piccola scintilla granata sgambetta impaziente in giardino

Il Toro, il giornalismo e l'Europa da sempre nel cuore. Degli ultimi due ho fatto la mia professione principale; il primo rimane la mia grande passione. Inviato, corrispondente, poi portavoce e manager della comunicazione per Commissione e Parlamento Ue, mi occupo soprattutto di politica e affari europei. Da sempre appassionato di sport, mi sono concesso anche qualche interessante esperienza professionale nel mondo del calcio da responsabile della comunicazione di Casa Azzurri. Osservo con curiosità il mondo da Bruxelles, con il Toro nel cuore. Mi esprimo a titolo esclusivamente personale e totalmente gratuito.

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