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La questione dello Stadio Olimpico Grande Torino rappresenta un altro crocevia fondamentale per il futuro. La decisione dell'Agenzia delle entrate di non rinnovare le ipoteche arriva nel momento ideale ed offre un'opportunità unica per definire un nuovo modello di gestione e proprietà. Il Ministero per lo Sport ha annunciato la creazione di un commissario straordinario agli stadi con poteri speciali, che avrà il compito di velocizzare la costruzione e la ristrutturazione degli impianti italiani per preparare il paese ad ospitare gli Europei del 2032. Questa nuova figura avrà il compito di coordinare le attività di costruzione o ristrutturazione, collaborando con le istituzioni locali e con i club calcistici. Sarà supportato da sub-commissari, che potrebbero essere i sindaci delle città interessate ai progetti. Il governo sta anche lavorando alla creazione di un "fondo immobiliare stadi", che coinvolgerà le amministrazioni comunali. Questo fondo mira a raccogliere risorse per finanziare la ristrutturazione degli impianti esistenti o la costruzione di nuovi stadi. L'obiettivo e' sbloccare inizialmente oltre cinque miliardi di euro e tra i potenziali beneficiari ci saranno il Franchi, il Dall'Ara, il Sant'Elia e il Maradona e molti altri stadi di realtà calcistiche anche minori . L'iniziativa del governo offrirà occasioni irripetibili di acceso al credito, di semplificazione e di defiscalizzazione. Un elemento fondamentale nel caso del Torino e' che le misure dovrebbero servire anche a facilitare le procedure di alienazione degli
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Impianti pubblici! Per finanziare la modernizzazione degli stadi il ministero dello sport e quello dell'economia stanno sviluppando un portafoglio di prodotti (fondo equity, fondo immobiliare, garanzie combinate tra Istituto per il credito sportivo e SACE, contributo in conto interessi) destinate ad attivare fondi complessivi per dieci miliardi di euro. Inutile dire che un progetto congiunto del comune di Torino e della società granata per il rifacimento del Grande Torino troverebbe terreno fertile tanto per eventuali procedure di acquisto dello stadio da parte della società quanto per la ristrutturazione dell'impianto con il sostegno pubblico. Dopo venti anni di plastica, si profilano due strade che possono permettere di creare una visione diversa per il futuro. Coincidenze che sanno tanto di ultima spiaggia e che non capitano spesso in casa granata. Sarebbe imperdonabile non sfruttarle.
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