I numeri non mentono mai e se guardiamo ai grandi numeri non c'è una spiegazione del perché sono trent'anni che non vinciamo un derby in "trasferta" e, soprattutto, che ne abbiamo vinto solo uno in generale in questo stesso lasso di tempo. Allo Stadium, che si vuole spacciare per un fortino inespugnabile, in realtà hanno vinto un po' tutti, addirittura il Frosinone e l'Empoli. Che non ci vinca mai il Toro è una cosa che mi fa doppiamente arrabbiare contando appunto i precedenti di altre squadre meno blasonate della nostra e la serie ormai infinita di partite senza vittoria contro i bianconeri. Che giochi bene o giochi male, statisticamente, una stracittadina, fosse anche solo per un colpo di fortuna, ogni tanto la vinci. Anche se sei più debole, anche se parti da sfavorito. E invece, niente, il digiuno continua. Certo, non perdere un derby d'andata (cosa mai successa nell'era Cairo) rompe una serie inenarrabile di sconfitte, rendendo parzialmente giustizia alla cosiddetta "legge dei grandi numeri", ma, a mio avviso, non è nemmeno più una questione di bicchieri: uno zero a zero in casa della Juve c'è chi lo vede come un ottimo risultato in relazione al valore dell'avversario (bicchiere mezzo pieno) e chi come l'ennesima occasione di rompere un tabù che ha dell'inverosimile (bicchiere mezzo vuoto).

Il Granata della Porta Accanto
Derby: non è più neanche una questione di bicchieri (mezzi pieni o mezzi vuoti)
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Credo sinceramente che non sia più una questione di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto perché in realtà quello che sbagliamo noi tifosi è continuare a considerare il derby come una partita "speciale" quando in realtà non lo è più da tantissimi anni. Non lo è più perché è una partita importante per i giocatori nella stessa misura in cui lo è una partita contro Inter, Milan, Napoli o Roma, ma senza avere, per loro, un fascino diverso. Chi scende in campo oggi non ha nessun background ambientale e di militanza che gli permetta di "sentire" questa partita in maniera particolare e pertanto di trovare poi delle energie straordinarie per gettare il cuore oltre l'ostacolo una volta che è in ballo. Se una società non trasmette certi input, chi va in campo ci va con la professionalità e la voglia di ben figurare tipica del professionista, ma non con l'ardore e la voglia di giocare la gara come se fosse una finale.
Non basta dire una settimana prima del derby "starò vicino alla squadra perché al derby tengo tantissimo" se poi sei smentito da numeri impietosi che certificano che nella tua gestione il derby è stata la partita con il rateo di punti ottenuti più basso. Se non trasmetti a chi arriva il senso della rivalità e, ancor più grave, non costruisci gruppi di giocatori con una lunga militanza, gruppi che sappiano indottrinare chi arriva a calarsi nel vero spirito del derby, staremo qua ancora a lungo a commentare un buon pareggio o l'ennesima sconfitta. Oggi gioiamo per la bella prestazione, per il punto, per la solidità difensiva, per Paleari, per la striscia di risultati utili in campionato (6) e per il tabù infranto dei derby di andata sempre persi: è giusto così, ma non possiamo smettere di chiederci perché un tempo questa era la partita più attesa dell'anno e ora è solo una gara di "prestigio" come tante altre che giochiamo ogni stagione in serie A.
Baroni dice che la compattezza tra squadra, tifosi e società è la chiave per trasformare questa stagione da mediocre a positiva: penso che il mister, piano piano, si stia guadagnando un po' di credito e che occorra avere la pazienza di dargli una chance. È arrivato al Toro accolto con il giusto scetticismo e, al netto di un approccio a mio parere troppo molle e accondiscendente, nell'ultimo mese e mezzo ha modificato parecchie cose e ridato certezze e solidità alla squadra. Chiedere di sostenere la squadra è legittimo da parte sua, anche perché lui stesso ha sempre detto che sono i giocatori che devono trascinare i tifosi e non il contrario, ma chiedere che i tifosi si riavvicinino a Cairo è una proposta inaccettabile dopo questi vent'anni. Questo derby può essere un'iniezione di fiducia per la squadra, ma la vera possibilità di entrare nella storia Baroni l'avrà all'ultima giornata di campionato: un Toro-Juve che a prescindere dalla classifica che sarà, dirà se sarà riuscito davvero a inculcare una mentalità differente a questo ambiente.
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