Il ragazzo è un cuore Toro, cresciuto nel vivaio e con un grande attaccamento alla maglia, ma la sua “sliding door” a Bologna, dove una sua grande prestazione avrebbe potuto forse spalancargli scenari inaspettati, è stata, come dire, molto “da Toro”: errore e sconfitta e destino che ancora una volta infierisce su chi cerca gloria in maglia granata con il più classico dei nemo propheta in patria… Ora sinceramente se la decisione di Juric di dare una chance a Gemello fosse motivata con l'idea che il ragazzo può farcela, beh, se fossi il mister non dubiterei un attimo a schierarlo titolare anche con l'Atalanta. Se invece la decisione di farlo giocare a Bologna è stata semplicemente dettata da una sorta di punizione per Savic, allora per il nostro canterano non c'è altra strada che prendere atto di aver fallito (e lo dico in senso romantico, quindi con un’accezione non completamente negativa del fallimento) la sua occasione e di lavorare per tornare ad averne un'altra, magari passando per la via più lunga di un prestito in qualche squadra di B o di C che lo faccia giocare con continuità.
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Di una cosa però sono fiero nonostante l'inciampo che Gemello ha avuto a Bologna: i ragazzi del vivaio ci sono e hanno fatto sacrifici per decenni solo per poter arrivare un giorno a giocarsi un Bologna-Torino con la maglia con la quale sono cresciuti. Non possiamo non sostenerli, non possiamo liquidarli come faremmo con giocatori qualunque arrivati da chissà dove e dei quali ci importa relativamente! È chiaro che per stare in Serie A, per giocare in un Toro che dovrebbe essere ambizioso, occorre dimostrare di poterci stare a quel livello e se così non è non si può pensare di avere il diritto di giocare solo per il pedigree acquisito con la militanza nel vivaio granata. Ma al contrario dovrebbe essere la società stessa con una politica ad hoc a creare i presupposti affinche’ questi ragazzi quando arrivano a giocarsi “quella chance”, quella magari unica possibilità per cui hanno fatto sacrifici sin da bambini in un percorso che spesso è ad ostacoli ed è comunque sempre durissimo, ci arrivino pronti e consapevoli della propria forma e delle proprie possibilità. Come? Con una militanza nelle varie Under che sia il più sfidante possibile a livello di organizzazione, di preparazione di staff e mister e di qualità dei compagni di squadra (se mi alleno con compagni forti cresco di più), con dei prestiti veramente “formativi” nel post Primavera o magari con un paio di stagioni nella Seconda Squadra (se mai un giorno si facesse…).
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Nell'ora buia di Luca Gemello, io grido a squarciagola “Forza Gemello!!” perché da tifoso vero lo sostengo anche nell'errore, da granata vero provo affetto sincero per il suo essere cresciuto con questa maglia addosso e da cuore Toro vero vorrei che il mio incitamento fosse esteso a tutti i ragazzi che nelle giovanili stanno cercando di fare lo stesso percorso di Luca. Ma i primi a sostenere Gemello dovrebbero essere i vertici della società i quali in tutta onestà dovrebbero chiedersi: abbiamo messo in atto tutto quanto in nostro potere per creare le condizioni ideali affinchè il vivaio sforni eccellenze calcistiche in nome di una continuità storica che ha sempre visto le giovanili granata essere rinomate proprio per questo? La risposta è quasi superflua visto che la realtà è sotto gli occhi di tutti. Buongiorno è stata, ad oggi, la classica eccezione che conferma la regola, ma nonostante tutto potrebbe essere la pietra su cui ricostruire la nomea del nostro vivaio. Occorrono solo un paio di cose perché ciò avvenga: volontà e risorse. Un po' come quelle che servirebbero per costruire il Robaldo, ma visto come è andata negli ultimi otto anni anche lì, essere ottimisti diventa un esercizio sempre più arduo da compiere…
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